Private equity
15 Giugno 2020

Serie A: entrano in partita Bain e Fsi

Il fondo americano fa un'offerta concorrente a Cvc, quello italiano invece vorrebbe allearsi

Mentre è rinviata a fine giugno la decisione sull’offerta di Cvc, per la Serie A scendono in campo due nuovi pesi massimi del private equity. Si tratta di Fsi, investitore di private equity italiano partecipato da grandi fondi sovrani, e Bain Capital. La società di Boston, scrive Francesco Bertolino su MF – Milano Finanza, avrebbe offerto tre miliardi di euro per il 25% del campionato di punta, valorizzando dieci anni di diritti tv 12 miliardi. La proposta di Bain supera così quella  da 10-11 miliardi di Cvc. Sempre secondo il quotidiano in queste settimane il dossier “Serie A” è sulla scrivania di almeno altri tre fondi i cui nomi però sono top secret. Le risorse provenienti da un accordo con Bain servirebbero per sviluppare il canale tematico e costruire una piattaforma commerciale globale. Se l'offerta del fondo americano fosse confermata costringerebbe Lega e club a valutare diverse opzioni e spingerebbe il concorrente lussemburghese a fare una controfferta. Magari insieme a Fsi. Secondo i rumors l'offerta di Cvc non avrebbe convinto tutti i club, scettici sullo schema commerciale e restii a cedere quote. Per quanto riguarda Fsi, secondo indiscrezioni raccolte dal Sole24ORE e riportate da Andrea Biondi e Carlo Festa, il gruppo finanziario, investitore di lungo periodo, punterebbe a entrare come socio di minoranza in caso di riassetto con un private equity internazionale. Per questo avrebbe avviato discussioni sia con alcuni presidenti della Serie A, sia con la Lega e con Cvc. In questo modo fornirebbe una matrice tricolore nella nuova architettura finanziaria studiata da Cvc. Il piano, lo ricordiamo, prevede di creare una media company nella quale far confluire i diritti tv del calcio a partire dal 2021 di cui il fondo punterebbe ad tenere per sé il 20% per 2,2 miliardi. L'orizzonte temporale dell'investimento è di dieci anni. Fanno parte del progetto anche delle iniziative per aumentare il valore del marchio “Serie A” e un fondo immobiliare per gli stadi. Per analizzare meglio la proposta nelle prossime settimane la Lega nominerà un advisor finanziario. Intanto il calcio è ripartito ma a porte chiuse. Dopo i mesi di stop, molti club si trovano con casse vuote e prospettive incerte ma sul lungo periodo il problema principale per la Serie A rimane a chi cedere i diritti tv, sottolinea Mf. Questo anche alla luce di una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha reintrodotto il divieto di esclusiva sul web. Il contratto con i broadcaster in corso scade nel 2021 ed è difficile che Sky – con cui c'è un fronte legale aperto - replichi l'offerta da 780 milioni presentata per le stagioni 2018-2021.

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