Dopo che la famiglia Toksoz ha ceduto il ramo gelati a Optima, gruppo controllato dal private equity Charterhouse, il polo italiano del cioccolato Pernigotti è ripartito. Così lo stabilimento di Novi Ligure è tornato a pieno regime in vista della prossima stagione natalizia. Lì vi lavorano 50 addetti e 30 stagionali che preparano le forniture destinate a negozi e grande distribuzione. La vendita a Optima ha dato ossigeno al bilancio 2019, chiuso con un utile di tre milioni, e ha segnato un nuovo punto di inizio per la realtà produttiva. Il mercato sta dando buoni segnali, fanno sapere dall'azienda che guarda con speranza il futuro nonostante le incognite legate all'allarme sanitario e alla scarsa visibilità sui prossimi mesi. Entro metà novembre, scrive Filomena Greco su il Sole24ORE, il nuovo piano industriale delineerà gli investimenti in programma a partire dall'anno prossimo. Questi dovrebbero riguardare ammodernamenti delle linee produttive nella fabbrica di Novi Ligure e l'allargamento della gamma di prodotti realizzati nel sito italiano di Pernigotti. La stima del piano è compresa tra 1,5 e tre milioni che saranno destinati alle linee di lavorazione del cioccolato, in particolare a gianduiotti e torrone (centrali per il marchio), a cui si affiancheranno probabilmente nuovi formati oggi allo studio. Per quanto riguarda lo spostamento della produzione delle creme spalmabili dalla Turchia all'Italia bisognerà invece attendere il 2022. Per favorire l'avvio degli investimenti nella fabbrica, l'anno prossimo dovrebbe partire un periodo di cassa integrazione straordinaria.