Infrastrutture
31 Agosto 2020

Macquarie studia i dettagli per l'offerta su Open Fiber

Si mettono le basi per la rete unica

Dovrebbe arrivare nei primi giorni di settembre la nuova offerta vincolante di Macquarie per la quota di Enel in Open Fiber. I primi avvicinamenti risalgono al giugno scorso quando l'ad del gruppo elettrico, Francesco Starace, comunicò che il cda aveva ricevuto un’informativa in merito a una manifestazione di interesse non vincolante presentata da Macquarie Infrastructure. Nel frattempo la proposta si è fatta più articolata e dovrebbe arrivare in tempo utile per essere sottoposta al primo cda di Enel di settembre. La valutazione complessiva di Open Fiber, debito incluso, dovrebbe essere di 7,7 miliardi, di cui sei in equity. Se Enel accettasse l'offerta australiana ci sarebbe un ostacolo in meno nel cammino della rete unica delle telecomunicazioni. L'altra metà delle quote infatti è in mano a Cdp che da sempre si propone come regista dell'aggregazione delle due infrastrutture. A questo proposito la maggioranza di governo nelle scorse ore ha dato il via libera all'unanimità al progetto messo in piedi da Tim e Cdp. L'esecutivo aveva chiesto a Tim di trovare entro il 31 agosto un percorso per unire la propria rete con quella di Open Fiber e ora l'intesa è stata raggiunta. Alcune parti politiche però non erano pienamente d'accordo con l’idea di far nascere la rete unica sotto il controllo di Tim, il M5S infatti avrebbe preferito che la rete fosse a controllo pubblico ma secondo l'accordo di principio Tim potrebbe mantenere il 50,1%, con una governance terza. L'operazione di Macquarie è ancora tutta da discutere e dovrà fare i conti con un altro deal già in cantiere, ovvero quello di Kkr sulla rete Telecom. La creazione della rete unica porterà alla nascita di un’unica infrastruttura nazionale in fibra ottica mettendo insieme le reti primaria e secondaria di Tim con quelle di Open Fiber. L’integrazione avverrà tramite Fibercop, la società in cui Tim trasferirà la rete secondaria e che sarà partecipata dal fondo americano Kkr con il 37,5% e da Fastweb con il 4,5%. Il fondo di private equity dovrebbe pagare la sua quota 1,8 miliardi valutando in 7,7 miliardi (di cui 4,7 di equity e 3 di debito) l'enterprise value di Fibercop. Fastweb avrebbe la sua partecipazione conferendo il suo 20% di Flashfiber (la joint con Tim per cablare 29 città), mentre il 58% lo terrebbe la stessa Tim. Il 31 agosto sarà accettata l'offerta di Kkr. Poi partirà l'iter autorizzativo dell'operazione che prevede anche il vaglio ai fini del golden power. Per arrivare all'ingresso di Open Fiber in Fibercop ci sono ancora diversi passaggi, il principale dei quali è la verifica delle authority, nazionali ed europee, che dovranno dare il via libera alla nuova società.

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