Il cda di Tim ha firmato l’esclusiva con un guppo di fondi guidati da Ardian per rilevare il 49% della società che custodisce il controllo di Inwit, gruppo di torri di telefonia mobile. Lo riferisce Sara Bennewitz su Repubblica. Il consorzio, di cui fa parte Canson Capital, per seguire l'operazione si è avvalso della consulenza di Marco Patuano, ex ad di Tim che nel 2015 realizzò l’ipo di Inwit. Il closing è atteso prima dell’estate e, stando al Corriere della Sera, il prezzo a cui dovrebbe concludersi l'affare equivarrebbe all’intero valore di Inwit prima del riassetto. Un'altra vendita di minoranza che Tim sta trattando è quella di una quota della rete secondaria (in parte in fibra in parte in rame) al fondo americano Kkr. In questo caso la firma è attesa per giugno. Il debito di Tim è calato di 923 milioni di euro in tre mesi ma si suppone che con gli introiti ricavati dalle due cessioni, l'indebitamento della telco entro fine anno potrebbe scendere di altri quattro miliardi. Nel giorno della sua trimestrale l’ex monopolista ha anche lanciato un appello al governo e teso una mano a Open Fiber. Tim resta disponibile a creare una rete unica in fibra attraverso l’unione delle due infrastrutture e l’esecutivo dovrebbe assumere “un’iniziativa fra tutte le parti coinvolte”. Oltre a Tim gli altri due soggetti chiamati in causa sono gli azionisti di Open Fiber: Enel e Cdp. Solo quest'ultima però è da sempre favorevole all’operazione mentre da giorni girano voci su un possibile interesse del fondo Macquarie per la quota detenuta da Enel. La stessa operazione Tim-Kkr è propedeutica, ma non legata, alla creazione della rete unica con Open Fiber.