Private equity
20 Gennaio 2021

I conti di Chili nel 2020

L'anno appena trascorso segna il raggiungimento dell'equilibrio di bilancio

Chili chiuderà il 2020 con un utile netto sui 2,5 milioni di euro. L'ebitda sarà di circa -400mila euro, ma il valore è previsto diventare positivo con il bilancio 2021. Finora l'azienda, fondata nel giugno 2012 e attiva nella distribuzione via internet di film e di serie televisive, non aveva mai chiuso un bilancio con il segno più. Come ha spiegato l'amministratore delegato e fondatore Giorgio Tacchia al Sole24ORE per arrivare a questo risultato c'è voluto tempo perché l'azienda ha voluto costruire una tech media company basata su tre pilastri: l'infrastruttura tecnologica proprietaria; la parte Tvod (un modello di fruizione video on demand in cui si paga solo per ciò che si vede e che oggi ha cinque milioni di clienti) e infine l'attività di media agency. Intanto Chili è impegnata anche nel lancio di ItsArt, società che nasce per portare avanti il progetto di piattaforma della cultura italiana e che avrà una proprietà condivisa. Il 51% sarà in mano a Cdp e per il restante 49% a Chili. Il Mibact ha stanziato 10 milioni con il Dl Rilancio. Cdp ha messo sul piatto nove milioni e Chili - che si occuperà della gestione della parte tecnica - altrettanti, fra piattaforma ed equity. L'azienda, riferisce sempre Tacchia, sarebbe anche in contatto con realtà del mondo del calcio o della moda interessate a creare un canale globale per comunicare con i fan. Il valore della produzione di Chili è di poco inferiore a 45 milioni. Di questi 30 vengono dall'attività dell'agenzia promozionale e dati, sei circa dal b2b tecnico e il resto dalla vendita di singoli film. La compagine azionaria del gruppo è di respiro internazionale. Chili fa capo a Brace di Stefano Parisi ma nell'azionariato sono presenti anche grandi major di Hollywood (Warner Bros, 20th CenturyFox, Sony, Paramount con la controllante Viacom) oltre al fondo lussemburghese Capsicum, la Torino 1895 della famiglia Lavazza, i fondi di investimento Negentropy e Antares Private Equity, Ferruccio Ferrara (presidente di Negentropy Capital Partners) e Investinchili. Con l'ultimo aumento di capitale le major si sono diluite e ora hanno quote dallo 0,53% in giù. Per il futuro la Borsa rimane una opzione per Chili, ma non prima del 2022; un'altra via allo studio è l'ingresso di un fondo o di una big tech. 

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