La squadra di rugby All Blacks è in trattative con investitori di private equity per fare fronte all'impatto finanziario della pandemia da Covid-19. A causa delle chiusure il team della Nuova Zelanda ha visto le sue riserve di liquidità ridursi di quasi la metà e quindi il New Zealand Rugby ha dichiarato che al momento sta esaminando fonti alternative di finanziamento, come il private equity appunto. La federazione era sulla buona strada per guadagnare 100 milioni di dollari neozelandesi (57 milioni di euro circa) quando lo sport è stato sospeso durante il lockdown a livello nazionale. Poi, durante la pandemia, ha spiegato l'amministratore delegato della Nzr, è stato bruciato il 47% delle riserve di cassa pari a 86 milioni di dollari neozelandesi (50 milioni di euro circa). La società quindi è aperta a cercare partner e desidera utilizzare il capitale e l'esperienza offerti dal private equity per aumentare i ricavi. Gli All Blacks sono, secondo la società di consulenza britannica Brand Finance, il marchio più prezioso del rugby mondiale con una valutazione di 144 milioni di sterline. Sono stati tre volte campioni del mondo e hanno una percentuale di vittorie di quasi l'80%. Le trattative sono in fase iniziale. Con quale fondo la squadra sia al lavoro non si sa ma il New Zealand Herald fa il nome di Silver Lake, società statunitense che ha quote nel gruppo di arti marziali Ufc e nel City Football Group, il gruppo che possiede il Manchester City. Il private equity non è nuovo al mondo del rugby. Cvc Capital Partners ha già acquistato quote della Premiership inglese e del Pro14. L'azienda è inoltre in trattative con i sindacati del Sei Nazioni - Inghilterra, Irlanda, Scozia, Galles, Italia e Francia – da quasi due anni per investire nel torneo.