Studi e approfondimenti
8 Maggio 2024

Primo report 2024 di Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria

Il patrimonio dei FIA mobiliari italiani è cresciuto, stabile il rischio del comparto

 Il 30 aprile 2024 Banca d’Italia ha pubblicato il primo rapporto sulla stabilità finanziaria (n. 1/2024), che analizza, in particolare, le condizioni dei mercati finanziari internazionali, i rischi per la stabilità finanziaria in Italia, le condizioni del sistema bancario e la patrimonializzazione nel comparto assicurativo. Complessivamente, nel 2023 l’economia globale ha continuato a rallentare, con previsioni di crescita ancora deboli, mentre l’inflazione ha smesso di calare negli Stati Uniti, ma è diminuita nell’area dell’euro e nel Regno Unito. I rischi finanziari restano ancora prettamente collegati ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Con riferimento al nostro Paese, i rischi per la stabilità finanziaria sono leggermente diminuiti, anche per effetto del favorevole andamento dei mercati e in ragione di imprese meno vulnerabili, con una leva finanziaria che si è ridotta in seguito al rafforzamento del patrimonio e al minore ricorso all’indebitamento. Rimane, tuttavia, elevato il debito pubblico, rappresentando un rischio potenziale in caso di andamento economico meno favorevole del previsto.

Il rapporto di Banca d’Italia analizza l’andamento dei vari comparti che influiscono sul sistema economico-finanziario globale, dal sistema bancario, ai risparmi delle famiglie, e all’attività dei fondi di investimento. Nel 2023, in particolare, il patrimonio dei fondi di investimento alternativi (FIA) mobiliari italiani è aumentato da 46 a 50 miliardi, soprattutto grazie all’espansione dei comparti dei fondi che investono nel capitale di rischio delle aziende (private equity) e i fondi di debito (private debt), cresciuti rispettivamente a 21 e 11 miliardi. Circa l’80 per cento del patrimonio del settore è stato sottoscritto da operatori italiani, in prevalenza banche e altri investitori istituzionali. Le esposizioni degli intermediari bancari sono concentrate soprattutto nei fondi di private debt, che in Italia – a differenza di quanto avviene a livello internazionale dove è rilevante la quota di nuovi finanziamenti – acquistano prevalentemente crediti originati da terzi, per circa l’80 per cento crediti deteriorati, appartenenti principalmente alla categoria delle inadempienze probabili (unlikely to pay). I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall’attività dei FIA mobiliari italiani si mantengono contenuti. La leva finanziaria è rimasta pressoché stabile al 103 per cento e inferiore alla media dell’area dell’euro (122 per cento). La leva indiretta dei fondi di private equity, riconducibile all’indebitamento delle società controllate, si è confermata invariata (al 62 per cento del patrimonio netto del comparto).

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