AIFI è l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt nata per sviluppare, coordinare e rappresentare, in sede istituzionale, i soggetti attivi sul mercato italiano.
L’Ufficio Studi e Ricerche raccoglie, analizza ed elabora dati e statistiche sul mercato italiano del private equity, venture capital e private debt, seguendo una metodologia condivisa a livello europeo e analisi specifiche su temi rilevanti per il mercato.
L’ufficio Tax & Legal e Affari Istituzionali svolge un’attività di confronto con le istituzioni, gli organi di vigilanza e gli associati su normative e regolamentazioni rilevanti per il comparto degli investimenti alternativi a livello italiano e internazionale.
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L’Associazione cura periodicamente o con cadenza annuale temi che riguardano il settore del private capital, ritenuti meritevoli di un approfondimento tecnico.
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Con un decreto del Mef in fase di elaborazione, inizia a muovere i primi passi il patrimonio rilancio, come anticipato da Il Sole 24ORE. Tale strumento potrà effettuarle investimenti diretti in imprese private strategiche - comprese quelle quotate in Borsa - sane ma in difficoltà a causa della crisi innescata dal Covid. Si tratterà di uno strumento d'intervento pubblico che, spiega il Sole24ORE, consentirà interventi anche in aziende in ristrutturazione o in concordato preventivo ma che abbiano prospettive di recupero. Il fondo avrà un plafond da 40 miliardi ed è destinato a dare supporto con l'ingresso nel capitale o con la sottoscrizione di strumenti di debito ad aziende con oltre 50 milioni di fatturato. La novità è che il veicolo potrà fare operazioni sia in deroga alle regole degli aiuti di Stato e nell'ambito del Temporary framework della Ue ma anche operazioni a mercato quindi in coinvestimento con un partner privato. Previste quindi pure le ristrutturazioni. Per le operazioni a mercato le modalità di intervento previste sono l'ingresso con aumento di capitale, strumenti di debito come convertendo, convertibile e prestito subordinato. Per le società quotate previsto l'acquisto diretto dei titoli in borsa. Il fondo sarà regolamentato e declinato in un decreto attuativo in via di definizione dal Ministero dell'Economia. Ad esso potranno accedere aziende che al primo gennaio 2020 risultino ancora sane ma che abbiano subito una contrazione delle attività per via del Covid. I settori di interesse sono vari e comprendono tra gli altri: trasporti (ferrovie, strade e autostrade, aeroporti, etc..), energia, difesa, sicurezza, comunicazioni, turismo e ricerca. L'impegno di Cdp dovrà essere di minoranza (20% o 25% in caso di coinvestitori, scrive La Stampa) e temporaneo. L'intervento dello Stato infatti dovrebbe durare 4-6 anni, poi il socio pubblico uscirà dall'azienda ad esempio trovando un nuovo investitore disponibile a subentrargli. L'impresa al tempo stesso potrà chiedere in qualsiasi momento e senza penali l'uscita dello Stato che verrà liquidato con il rendimento maturato fin a quel momento. E' stimato che la platea dei potenziali richiedenti potrebbe comprendere circa un migliaio di aziende e che lo strumento più richiesto sarà il prestito subordinato. Nel 2021 potrebbero essere fatte già qualche centinaio di operazioni. Le prossime tappe del cammino di Patrimonio Rilancio prevedono che il decreto ministeriale venga varato entro fine anno, per poi andare alle Camere per il parere delle commissioni competenti e avere il via libera del Consiglio di Stato.
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