Private equity
29 Gennaio 2020

De Cecco cerca un partner finanziario

Il gruppo abruzzese ha come obiettivo finale lo sbarco in Borsa

Va verso una governance più snella De Cecco, terzo gruppo mondiale produttore di pasta, dopo Barilla e la spagnola Ebro Foods. Nei giorni scorsi il presidente Filippo Antonio De Cecco ha chiuso l’acquisto di una quota dell’8,59% da suo fratello Giuseppe Adolfo, arrivando al 23,59% e a questo punto è il maggior socio singolo della società. Il gruppo, con 134 anni di storia, vede nel capitale 21 eredi. I tre rami di cugini infatti assieme aggregano il 59% della società. Come ricostruisce L'Economia, a fianco di Filippo Antonio ci sono il ramo familiare di suo nipote Saturnino De Cecco con il 23,41% e Giuseppe Aristide, assieme alle figlie, che ha in portafoglio il 12,04%. Seguono tutti gli altri componenti, dal cugino Giuseppe Alfredo che con i figli ha il 10,50% a Maria De Cecco (sorella di Saturnino) con il 9,92%. Infine altri otto membri possiedono quote tra il quattro e il 5%. Il gruppo vuole quotarsi in Borsa ma prima della ipo il percorso è lungo. Sul fronte del management De Cecco è ancora alla ricerca di un capoazienda con il profilo di direttore generale e una volta individuato si potrà passare a selezionare le banche per l'ipo. Dal lato della governance è possibile che prima del listing venga individuato un partner di minoranza per accompagnare la crescita del gruppo. La famiglia lo sta cercato attivamente. In autunno un grande fondo internazionale aveva avviato la due diligence durata due mesi. Poi la trattativa è sfumata perché il private equity aveva chiesto una quota di maggioranza. Adesso però, ha dichiarato De Cecco in un'intervista al settimanale, la situazione è diversa: sono arrivati investitori diversi interessati a quote di minoranza con prospettive di lungo termine. Un po’ come fece Cassa depositi e prestiti che ha sottoscritto buona parte del bond da 25 milioni emesso dall'azienda nel 2018. De Cecco punta alla Borsa per crescere e fare nuovi investimenti, soprattutto negli Stati Uniti dove il presidente mira a costruire un impianto di produzione che consentirebbe all'azienda di espandersi più in fretta. Il bilancio 2019 sarà approvato a marzo in un'assemblea chiamata anche a rinnovare il board ma secondo i primi dati, nel 2019 i ricavi sono saliti del 6,56% a 480 milioni e i margini hanno seguito il fatturato, passando da 50 a 54 milioni.

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