All'ordine del giorno dell'assemblea della Lega di serie A di giovedì 11 febbraio c'era la questione dei diritti tv ma, scrivono Carlo Festa e Andrea Biondi sul Sole24ORE, la querelle sull'incrocio di destini fra fondi e Serie A alla fine ha di fatto bloccato la votazione sull'attribuzione dei diritti audiovisivi per il prossimo triennio. Dazn al momento ha presentato l'offerta più alta ed è considerata vicina all'assegnazione. La sua proposta vale 840 milioni per trasmettere sette match in esclusiva e tre in coabitazione. Sky offre 750 milioni per tutte le gare con possibilità di incremento di 50-70 milioni in caso di creazione di un canale light. Da una parte però preoccupa il fatto che Dazn operi in streaming (e non via satellite) e che l'infrastruttura possa non reggere (anche se la società ha assicurato investimenti ulteriori), dall'altra Sky è stata chiamata a rispondere sulla questione dell'ultima rata da 130 milioni non versata lo scorso anno. Con l'attribuzione dei diritti, ha dichiarato il broadcaster, arriverebbe anche il saldo. Durante l'assemblea di giovedì nove squadre erano pronte a votare, altre 10 però hanno portato a uno stallo, puntando a mettere sul piatto la partita con i fondi, con l'ingresso dei private equity (Cvc, Advent e Fsi) con un 10% della media company che dovrà gestire i diritti tv delle partite della Serie A. Solo che al momento non ci sarebbero i numeri per ratificare un accordo, visto che servono almeno 14 voti a favore dei fondi. La distanza di posizioni ha portato anche momenti di tensione tra i presidenti delle squadre del massimo campionato e alla fine la votazione è stata rinviata alla prossima settimana.