Il settore del venture capital evidenzia un buon andamento nei primi nove mesi dell’anno, secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Venture Capital Monitor – VeM, attivo presso la LIUC Business School e realizzato in collaborazione con AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt. Sono 65, infatti, i nuovi investimenti di tipologia initial (ovvero, i primi round di finanziamento) rilevati e mappati dall’Osservatorio, contro i 56 del medesimo periodo dello scorso anno. Nello specifico, poi, 7 nuovi investimenti sono stati conclusi durante lo scorso mese di settembre (in aumento rispetto ai 5 dello stesso mese del 2018). Focalizzando l’attenzione proprio sul mese recentemente conclusosi, sei investimenti sono stati condotti da operatori di matrice finanziaria, mentre uno è stato realizzato da un operatore di matrice corporate (l’ingresso in Moneyfarm di Poste Italiane). Tali operatori sono essenzialmente domestici (71%), anche se non mancano operazioni condotte e guidate da investitori internazionali. Interessante notare come il 50% circa degli investimenti sia realizzata con la tecnica del sindacato, al fine di una più efficiente allocazione del rischio: in questo caso, si registra anche la cooperazione tra operatori domestici e stranieri. Sul fronte della tipologia degli interventi, il mercato si suddivide piuttosto equamente tra investimenti in fase di seed financing, di avvio e start up dell’impresa ed in fase di later stage, ovvero di maggiore maturità della target. Sul fronte geografico, il mercato è risultato fortemente polarizzato in Lombardia (ben 5 investimenti su 7), mentre si registra una maggiore dispersione a livello settoriale, dove prevalgono leggermente ICT ed Healthcare, ma si registrano anche interventi nel comparto dei prodotti industriali, dei servizi finanziari e dell’alimentare.