I ricercatori dell'Istituto Italiano di tecnologia hanno realizzato un umanoide con le fattezze infantili chiamato Icub che da ottobre sta aiutando 50 bimbi, fra i tre e gli otto anni, affetti da autismo. Il team infatti sta sperimentando il suo utilizzo per migliorare le capacità di interazione sociale dei piccoli presi in carico dal centro Boggiano Pico, il polo specializzato nei disturbi del neurosviluppo dell'opera Don Orione di Genova. L’idea è nata dalla volontà di far uscire questa tecnologia avanzata dal laboratorio per portarla nello spazio clinico, a contatto con le persone, ed è la prima volta al mondo che un Icub evoluto entra a far parte di una struttura riabilitativa con questo compito. L'attività sperimentale si concentra sulla difficoltà dei pazienti di comprendere il punto di vista e gli stati emotivi altrui. Interagire con un essere umano fornisce una quantità di stimoli, anche emotivi, troppo elevata e difficile da interpretare per chi ha disturbi allo spettro autistico mentre il robot è più neutro, ripete gli stessi gesti decine di volte senza quei cambiamenti inevitabili se a compierli fosse un essere umano, ha una mimica base e aiuta i piccoli pazienti a mettersi nei panni dell’altro. Il prossimo passo sarà estendere questa sperimentazione agli adolescenti.