Il salvataggio di Officine Maccaferri e della holding Seci ha attratto nuovi interlocutori finanziari. L'ultimo in ordine di tempo è Fortress investment group, società americana controllata da Softbank, che ha fatto un’offerta per sostenere tutto il gruppo emiliano dell’ingegneria meccanica e ambientale con circa un miliardo di ricavi ma con una procedura di concordato con riserva in corso al Tribunale di Bologna. Un'altra proposta invece è arrivata a fine 2019 da un tandem costituito da Oxy capital e Highbridge capital management. Queste ultime due società insieme sarebbero disposte a mettere sul piatto 200 milioni di euro in risorse fresche per salvare l'intero gruppo Maccaferri. Da tempo comunque sul dossier sono in azione anche altri private equity, come QuattroR e Carlyle. Inizialmente il fondo americano si era fatto avanti in cordata con altri investitori esteri sottoscrivendo larga parte di un bond da 190 milioni di euro emesso dalle Officine Maccaferri con l'intenzione di rilevare il controllo dell'azienda convertendo il debito in equity. L’offerta si era poi estesa a sostenere tutto il gruppo, fino alla holding in difficoltà. Ora però i tempi stringono e un partner per il rilancio va trovato a breve. A gennaio la società ha chiesto tempo al Tribunale di Bologna per consentire la valutazione del percorso e la scelta dell’alleato. La richiesta è stata accettata dai giudici e l’udienza al Tribunale di Bologna per il piano di rilancio nell’ambito del concordato in continuità è stata fissata il 4 febbraio. Il procedimento coinvolge la stessa capogruppo Seci Holding e tre società operative.