Il gruppo finanziario internazionale Pillarstone avrebbe acquistato buona parte del debito di Italtel da Unicredit, principale creditore della storica azienda italiana di telecomunicazioni oggi indifficoltà. Lo scrive Carlo Festa sul Sole24ORE. L’ammontare dei debiti nei confronti delle banche è di 157 milioni ed è eredità dei leverage buyout passati con il fondo di private equity Clayton Dubilier, ricorda il giornalista. Altre banche esposte sono Popolare Milano, Banca Ifis e Ubi. Tra le controllate di Pillarstone c’è anche Sirti e qualcuno ipotizza già sinergie future con Italtel. L'azienda, che lo scorso marzo ha comunicato l’avvio della procedura di “concordato in bianco”, fa parte della galassia Exprivia e per una quota del 19% è controllata anche da Cisco. Per rilevarla si erano fatti avanti diversi gruppi strategici tra cui Engineering, Digital Value, Matic Mind e alcuni fondi di private equity. L’alternativa all’ingresso di nuovi soci in Italtel sarebbe la ristrutturazione del suo debito. La stessa Exprivia è scesa in campo per cercare una soluzione su questo fronte. Prima è stata a un passo dal trovare un accordo sul rifinanziamento con Clessidra, tramite il braccio Crf attivo nelle ristrutturazioni, poi, sfumata questa possibilità, ha intavolato discussioni con le banche finanziatrici. Pillarstone Italy da poco ha lanciato un nuovo veicolo dedicato agli incagli delle aziende. Si chiama Rsct Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund), ha una dotazione di 600 milioni di euro ed è mirata al risanamento e al rilancio di aziende italiane. Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e Credit Agricole hanno già trasferito un portafoglio di crediti verso una quindicina di società. Tra queste c'è anche Pittarosso, catena di scarpe in concordato al Tribunale di Padova. Per quanto riguarda invece il “concordato in bianco” di Italtel, il conto alla rovescia di 120 giorni (necessari per tramutare la domanda o in definitivo concordato o analoga domanda di ristrutturazione dei debiti) ha preso avvio solo dall’11 maggio, giorno della cessazione della sospensione dei termini disposta dalle norme per il contenimento dell’emergenza Covid-19.