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7 Luglio 2020

Un giro in cantina per i prestiti Mps

Il Chianti classico diventa garanzia

 Il Monte dei Paschi di Siena si è accordato con il Consorzio del Chianti classico per finanziare la ripresa delle aziende vitivinicole della denominazione colpite dal calo delle vendite e dal crollo dell’enoturismo a causa della pandemia. La crisi in particolare ha causato un problema di cassa alle imprese che da gennaio a maggio hanno accusato una perdita media del 15% del fatturato. Questo strumento finanziario permetterà di fronteggiare la crisi di liquidità ottenendo un prestito garantito dal vino in affinamento che deve essere prodotto esclusivamente da uve di proprietà e preferibilmente dell’ultima annata. L’iniziativa è partita dai vignaioli ed è stata resa possibile dalle condizioni poste dal decreto Cura Italia con l’estensione al settore vino del pegno rotativo per i prodotti agricoli e alimentari Dop e Igp. Dopo la vinificazione delle uve, il liquido viene depositato in cantina e su di esso Mps accende un’ipoteca per garantire la liquidità prestata all’azienda. Lo strumento prevede che la proprietà del prodotto non si trasferisca ma resti in capo al viticoltore. Quando il vino viene venduto, il prestito può essere restituito ma c'è anche la possibilità di trasferire il pegno su un nuova partita di vino. Il prestito sarà per un importo pari all'80% del prezzo e il valore delle bottiglie sarà calcolato sui prezzi medi delle Camere di commercio riferiti al vino sfuso. A tutela del creditore concorrono la stabilità di valore del vino, la domanda non fluttuante e non speculativa, e la qualità associata al marchio, che è noto e apprezzato in tutto il mondo. Il Consorzio del Chianti classico raggruppa 515 aziende che producono 30 milioni di bottiglie l’anno. Un'iniziativa simile era stata intrapresa 11 anni fa con il Parmigiano reggiano. All'epoca Credito Emiliano costruì due maxi-bunker per contenere 440mila pezzi di formaggio (che così potevano continuare la stagionatura). Valore totale dell'operazione all'epoca: 132 milioni di euro, l'1% circa degli impieghi dell'istituto.

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