Si torna a parlare del dossier Autostrade per l'Italia, società controllata all'88% da Atlantia (a sua volta per il 30% della famiglia Benetton) al centro di un braccio di ferro con il governo che vorrebbe sottrarre alla holding la concessione di diversi tratti autostradali. Nei mesi scorsi è stato richiesto a gran voce un cambio di controllo ma ora si starebbe per arrivare a una soluzione soddisfacente per tutti. Se il processo prendesse corpo entro poche settimane, la trattativa potrebbe concludersi già a giugno. L'intesa prevedrebbe l'approdo della maggioranza di Aspi a un gruppo di investitori italiani, e con un ombrello pubblico, costituito dal tandem tra F2i e la Cassa Depositi e Prestiti. Alla revoca della gestione si sostituirebbe un cambio di controllo con Atlantia pronta a scendere sotto il 50%. La data room, passaggio indispensabile per la valutazione, è stata aperta. Tre sono i temi che il governo da affrontare: il taglio delle tariffe (si ipotizza del 5%), un nuovo piano di investimenti ordinari e straordinari e la multa-risarcimento per il ponte Morandi che, secondo fonti vicine al dossier, dovrebbe essere da due miliardi. F2i è già al lavoro con Atlantia sulla definizione degli assetti societari. La quota di maggioranza assoluta di Aspi sarebbe trasferita a un gruppo di investitori italiani mentre resterebbero immutate le quote di Allianz e di Edf (al 6,94%) e del fondo statale cinese Silk Road fund, al 5%. Il fondo infrastrutturale starebbe raccogliendo le adesioni di un gruppetto di investitori istituzionali italiani e pensa a una raccolta fondi dedicata o al lancio di un nuovo veicolo. Cdp non ha aperto nessun dossier per ora ma già qualche settimana fa ci sarebbero stati contatti con la proprietà di Aspi.