La società di pagamenti digitali Sia sembra essere a un bivio per il suo futuro: la quotazione in Borsa o una grande fusione. Ma se la prima ipotesi sembra perdere terreno, la seconda invece prende sempre più corpo e tornano a farsi insistenti le voci di una futura aggregazione con Nexi. Al momento non ci sarebbero trattative concrete in corso ma, scrive Carlo Festa sul Sole24ORE ci sono diversi segnali che portano a questa considerazione. Pesano le dichiarazioni di Massimo Tononi, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, alla stampa e poi c'è il nodo del lock up dei fondi sulle azioni Nexi: Bain Capital, Advent e Clessidra che attraverso il veicolo finanziario Mercury Uk Hold controllano più del 60% di Nexi hanno assunto un impegno di lock up di 180 giorni dalla quotazione che impedisce loro di procedere a ulteriori cessioni e questo scadrà a ottobre. A quel punto i fondi potrebbero decidere di cedere i propri titoli a Cdp che a quel punto sarebbe azionista di peso per entrambe. Nei giorni scorsi infatti la società ha rilevato le quote dei soci in Sia e ora possiede più del 65% della società. Una fusione con Nexi-Sia creerebbe un polo dei pagamenti da circa 1,55 miliardi di fatturato (931 milioni quelli di Nexi, 615 quelli di Sia) con oltre 120 milioni di utile (36 milioni per Nexi, circa 85 milioni per Sia) ma le due società rimangono distanti tra loro per valutazione: Nexi oggi capitalizza poco più di 5,5 miliardi di euro, Sia tra i due e i tre miliardi.