All Raise (organizzazione che supporta le donne nel capitale di rischio e nelle startup) e Pitchbook hanno analizzato il 2018 dal punto di vista delle founder americane constatando che c'è ancora molto da fare nella parità di genere quando si parla di accesso al credito. Secondo i dati, le startupper hanno ricevuto il 2,2% dei 130 miliardi di dollari di finanziamenti in venture capital stanziati nel 2018. Il numero di operazioni concluse da donne sta crescendo ma la quantità di denaro che viene ancora oggi destinata a queste società rimane bassa e stagnante, in rapporto all'importo totale degli investimenti in vc che nel frattempo aumenta. Le founder nel 2018 hanno raccolto 2,88 miliardi, spartiti in 482 startup. La cifra non solo è pari al 2,2% del totale degli investimenti ma è anche meno di quanto, da sola, abbia raccolto una startup di sigarette elettroniche. Juul infatti ha ricevuto un investimento di 12,8 miliardi. In prospettiva, la startup guidata da donne che ha raccolto più capitale lo scorso anno è stata Minted, una società di commercio sociale, a cui sono andati 208 milioni. Perché questo stallo si chiede Forbes? Pregiudizi tra gli investitori, una mancanza di donne ai vertici delle aziende di venture capital o, ancora, un pregiudizio sullo stile meno roboante con cui le donne si presentano, e altro ancora. Intanto ci sono iniziali segnali di rotta di cambiamento nel settore. Nel 2018 nella Silicon Valley 36 donne sono diventate partner d'investimento in imprese di venture capital. Il numero più alto in assoluto in un solo anno.