Studi e approfondimenti
30 Agosto 2021

Tre domande a… Innocenzo Cipolletta

Apriamo la nuova rubrica del quotidiano, intervistando il Presidente AIFI

Il mercato del private capital è cambiato e cambierà nel prossimo triennio; quali sono le principali tendenze?

Partiamo, guardando a cosa è successo: negli ultimi tre anni il private capital si è focalizzato in Italia investendo in circa 1.500 aziende e portando l’ammontare impegnato, tra capitale di debito e di rischio a più di 27 miliardi di euro. Il contributo dato alla crescita del nostro Paese e delle nostre imprese è stato importante. Oggi la pandemia ha dimostrato quanto sia necessario per il tessuto imprenditoriale, avere a disposizione strumenti come il private equity, il venture capital e il private debt, che indirizzino, attraverso capitali, manager e piano industriale la crescita, l’aggregazione, l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’implementazione di politiche di sostenibilità. Serve, inoltre, l’intervento dello Stato che supporti i fondi e di conseguenza, le imprese su cui questi ultimi investiranno. Ecco quindi che si arriva al futuro: nel prossimo triennio mi aspetto, e come AIFI ci impegneremo a favorire, una crescita della raccolta dei capitali e del risparmio privato e istituzionale, in una fase importante del nostro paese dove le imprese hanno bisogno di capitali pazienti per innovare e superare la crisi che abbiamo subito tutti. Considerato il progressivo e ineluttabile ridimensionamento dell’intervento bancario in aiuto e come fonte di approvvigionamento tradizionale e prevalente soprattutto per le pmi, emergerà la necessità di ampliare la capacità di intervento del private capital.

Questi mesi possono essere una grande opportunità per l’economia italiana e per le tante imprese che la compongono; quali le sue previsioni o aspettative? Cosa chiedere al Governo?

Il Governo oggi è impegnato ancora sulla gestione dell’emergenza sanitaria e nel recupero delle attività perse durante la crisi. Ma è necessario avviare una nuova stagione di crescita. Il PNRR rappresenta sicuramente un volano, ma è necessario attivare il risparmio privato perché investa nelle nostre imprese. Durante al crisi il risparmio privato è cresciuto e va indirizzato presso investimenti reali che garantiscano un buon ritorno per il risparmiatore e un sostegno necessario alle PMI italiane che costituiscono la base per la crescita economica e dell’occupazione. È poi necessario investire in infrastrutture, digitalizzazione, sostenibilità, istruzione. Ingredienti fondamentali e tra loro collegati. Le infrastrutture, siano esse materiali o immateriali, sono necessarie per permettere il trasporto delle merci e delle materie prime, delle informazioni e dei dati che sono alla base di una attività imprenditoriale; la digitalizzazione è parte di questo meccanismo, perché modificherà processi industriali e produttivi, l’accesso a beni e servizi e indirettamente aiuterà anche nella sostenibilità. Infine l’istruzione: chi conosce può scegliere e chi sceglie è libero. Investire nell’educazione, a tutti i livelli, significa impegnarsi a creare le fondamenta di una società più libera.

Che ruolo può avere AIFI?

AIFI, in oltre trent’anni, è stato il naturale interlocutore con i Governi e con le istituzioni per il supporto al private capital come strumento di crescita e sviluppo del Paese, oltre che come fattore di remunerazione del risparmio. Abbiamo ottenuto un sistema di regole e di normative che consentisse al nostro settore di svilupparsi e siamo sempre attenti a che la legislazione e i comportamenti siano tali da favorire questa nuova forma di finanziamento delle imprese che in tutti i Paesi sta dando risultati rilevanti per la crescita delle imprese. Il consiglio direttivo e i soci si sono sempre fatti promotori, con tutti i mezzi a disposizione, nel fare educazione e amplificare il più possibile le best practice che il mercato del capitale di rischio e di debito può offrire. Non solo: AIFI ha sempre collaborato con le tante commissioni dedicate ai temi della finanza alternativa e ha messo a disposizione conoscenze e strumenti utili allo scopo. Il ruolo del Presidente, che io ricopro in AIFI da qualche anno, mi ha dato la possibilità di farmi portavoce e interlocutore diretto con tutti i soggetti coinvolti nelle attività di sviluppo del nostro Paese. 

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