Nonostante il ceo di Toshiba, Nobuaki Kurumatani, abbia parlato di “offerta non concordata” e abbia ricordato che è soggetta alle autorizzazioni regolatorie, sono diversi i player giapponesi favorevoli alla scalata da parte del fondo inglese Cvc per 20 miliardi di dollari, che renderebbe l’operazione la più grande nella storia della finanza. Lo riporta Simone Filippetti sul Sole 24 Ore, aggiungendo che vari pezzi di nomenklatura nipponica si stanno schierando con il private equity. Tra questi ci sarebbero la Japan Investment Corporation (JIC), la Cdp del Sol Levante, e la banca pubblica DBJ, e la loro posizione favorevole indica che il capitalismo nipponico stia pian piano appoggiando gli stranieri nonostante il sistema economico giapponese sia molto chiuso e refrattario. In secondo luogo indica che la scalata ha grosse probabilità di successo. È doveroso ricordare che Kurumatani proviene proprio da Cvc, e che la scalata gli farebbe molto comodo in quanto l’amministratore delegato di Toshiba era finito sotto assedio del fondo attivista Effissimo, chiamato dallo stesso Ceo a salvare i conti di azienda, con 5 miliardi di dollari, dopo lo scandalo dei bilanci falsificati e il crack di Westinghouse. Un altro elemento fondamentale nella vicenda è Kiovia, la divisione societaria che costruisce chip e che da sola potrebbe valere fino a 37 miliardi di dollari: grazie ad essa Cvc potrebbe acquisire un’azienda a debito e ripagarsi i debiti con gli asset già dentro l’azienda. In teoria l’offerta del fondo è a un premio del 30% sui prezzi di Borsa, ma Toshiba soffre di sottovalutazione, quindi vale di più dei 20 miliardi messi sul tavolo da Cvc. Ma questo potrebbe non bastare a fermare l’operazione, che fa gola a diverse istituzioni.