Elliott ha ridotto la sua partecipazione in Tim. Secondo le comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti, la quota detenuta nella società italiana di telecomunicazioni dal fondo Elliott è passata dal 9,722% (dichiarata al 7 gennaio 2020) al 6,976%. La vendita di quote è datata 18 marzo. La riduzione non comporta una diminuzione dell'impegno del fondo in azienda; l'attuale partecipazione consentirà di mantenere la posizione nelle assemblee della compagnia, come quando la quota era più alta. Inoltre per il futuro non sono previste altre limature. L'operazione non è sintomo di mancanza di fiducia di Elliott nei confronti dell'ad Luigi Gubitosi (scelto dalla sua lista di 10 consiglieri , tra l'altro) o delle sue strategie. Secondo quanto scrive Sara Bennewitz su Repubblica il motivo che ha spinto Elliott a vendere sono, ancora una volta, i timori legati al coronavirus che sta mettendo a rischio tutte le sue partecipazioni. Dovendo scegliere su quali investimenti nel mondo puntare, Elliott ha deciso di alleggerirsi in Italia. Il fondo di Paul Singer nel suo manifesto per Tim aveva indicato quattro obiettivi chiave da raggiungere: sistemazione della governance, ritorno al dividendo, valorizzazione della rete e conversione delle risparmio. L’unica promessa pienamente realizzata è il ritorno al dividendo. Gubitosi ha voluto pagare il dividendo di un centesimo ad azione ordinaria per dare al mercato un segnale di "normalità”. Convertire le risparmio in ordinarie resta una delle priorità del gruppo appena si verificheranno le condizioni di mercato. Secondo gli analisti, la maggior creazione di valore su Tim è legata a cosa deciderà Enel del suo 50% di Open Fiber, una variabile su cui il fondo non ha potere. Per la fibra nel frattempo la telco italiana ha trovato un alleato in Kkr. Il fondo ha ottenuto l'esclusiva per rilevare una minoranza della rete secondaria della compagnia, ancora prevalentemente in rame, da accompagnare alla transazione verso la fibra in 15 anni. L'operazione resta aperta e ha bisogno di un passaggio preliminare, ovvero lo scorporo societario della rete. Il prossimo appuntamento segnato in agenda per Tim è il prossimo 23 aprile con la convocazione dell’assemblea per approvare bilancio e cedola.