Giornata campale quella di giovedì 14 febbraio per Astaldi, gruppo che lavora nell'ambito delle grandi opere schiacciato da due miliardi di euro di debiti. L'offerta da Salini Impregilo (già approvata dal cda di Astaldi) è arrivata il giorno in cui il gruppo doveva presentare al Tribunale di Roma un piano di salvataggio. L'operazione, targata Salini Impregilo, è così strutturata: verrà fatto un aumento di capitale di 225milioni da parte del gruppo che diventerà il principale socio della società con una percentuale del 65%. Le quote dei creditori chirografari saranno convertite in azioni e altri strumenti finanziari partecipativi. Cosicché, dopo la ricapitalizzazione, questi ultimi avranno una percentuale complessiva del 28,5%. Gli attuali azionisti invece avranno una partecipazione pari al 6,5%. Ora il piano sarà sottoposto al giudizio di ammissibilità del Tribunale. Se concesso, dovrà passare il voto dei creditori e l'omologa giudiziale. Se l'operazione andrà in porto, potrebbe essere conclusa entro il primo semestre del 2020. Il piano di Salini Impregilo arriva dopo mesi e molti rumors iniziati a circolare già da ottobre. Con l’acquisizione nascerà un gruppo con commesse per 33miliardi di euro.