Il gruppo Stevanato, multinazionale italiana che produce contenitori per il settore farmaceutico, è pronto a debuttare a Wall Street con una capitalizzazione complessiva superiore a 7 miliardi di euro. A riportarlo è Carlo Festa sul Sole 24 Ore.
Durante l’Ipo saranno offerte 40 milioni di azioni ordinarie a un prezzo compreso tra i 21 e i 24 dollari per azione, portando l’offerta massima a 960 milioni di dollari, in una valutazione che si attesterebbe a circa 20 volte l’Ebitda.
Si tratterà di un’operazione in parte preponderante in aumento di capitale e, in parte, di cessione. Infatti, il 30% circa delle azioni verrà messa in vendita dalla holding della famiglia Stevanato, che una volta completata l’operazione controllerà l’83,7% del gruppo (o l’83% nel caso del pieno esercizio della greenshoe da 6 milioni di azioni).
Secondo le attese, l’approdo della società sul Nyse dovrebbe avvenire intorno a metà luglio, e si tratterebbe di una delle maggiori operazioni borsistiche per una società italiana negli Stati Uniti.
Il gruppo, che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 662 milioni di euro (erano 537 milioni nel 2019) e un Ebitda di 157 milioni, è proprietario di nove impianti in tutto il mondo dove produce contenitori, fiale e dispositivi per la diagnostica per le grandi multinazionali farmaceutiche.
L’obiettivo della quotazione è l’ulteriore espansione internazionale, anche tramite acquisizioni e mediante un ulteriore potenziamento degli impianti di produzione in Italia e all’estero.
Le banche d’affari coinvolte nell’operazione sono Morgan Stanley, Jefferies, BofA Securities, Ubs Investment Bank, Citigroup, KeyBanc Capital Markets, William Blair e Wells Fargo.