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5 Giugno 2020

Snam vicina ai gasdotti di Abu Dhabi

L'emirato apre ai capitali stranieri le sue attività negli idrocarburi per diversificare economia e fonti di reddito

L'italiana Snam è in trattative avanzate per acquisire una partecipazione del 49% della società che fa capo all'Abu Dhabi National Oil per 15-16 miliardi di dollari, incluso il debito. La controllata di Cdp è l’unico gruppo industriale all’interno di un consorzio internazionale di fondi che comprende Global Infrastructure Partners, Brookfield Asset Management, Ontario Teachers’ Pension Plan, Gic e Nh Investment & Securities. L'operazione dovrebbe chiudersi entro fine mese e rientra nella strategia di Abu Dhabi di aprire agli investimenti stranieri le sue attività negli idrocarburi (che sono di proprietà statale) per diversificare l'economia e generare nuove fonti di finanziamento. Nei mesi scorsi Adnoc, controllato dal governo dell’Emirato, ha venduto anche azioni nella sua unità di distribuzione e portato investitori internazionali per la sua attività di raffinazione e servizi petroliferi. BlackRock e Kkr (che in un primo momento avevano esaminato anche questo dossier) l'anno scorso hanno investito quattro miliardi nella rete di oleodotti e in seguito Gic ha acquistato una partecipazione nel business. Se la famiglia che guida l’Emirato da una parte cerca alleati di lungo periodo interessati a condividere il processo di crescita economica di Abu Dhabi (e per questo motivo preferirebbe l'arrivo di fondi sovrani e pensione che hanno un’ottica di investimento non a breve) dall'altra ha bisogno di tecnologia. Ecco spiegata la presenza di Snam nel consorzio in trattativa oggi. Il gruppo è tra i maggiori gestori di gasdotti in Europa, con attività dal sud della Francia alla Gran Bretagna, dalla Grecia all’Albania. Se l'acquisizione avrà successo i suoi tecnici collaboreranno fianco a fianco con quelli di Adnoc nella gestione della rete di gasdotti che si estende per oltre mille chilometri e che collega tutti gli impianti dell’Emirato. Intanto secondo Bloomberg il veicolo che dovrebbe acquistare la quota sta negoziando un prestito con un pool di banche che finanzierebbe il 70-80% dell’investimento, riducendo l’impegno finanziario cash dei vari componenti del consorzio a qualche centinaia di milioni.

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