Nexi e Sia riprendono a discutere della potenziale fusione destinata a creare uno dei maggiori fornitori nel campo dei pagamenti in Europa. In realtà è già da più di un anno che le due società stanno valutando l'idea di combinarsi tra loro ma, scrive Reuters, recentemente hanno ripreso le discussioni sull'accordo. I dirigenti si sono incontrati nelle ultime settimane e hanno chiesto ai loro consulenti di esaminare potenziali sinergie e di determinare una valutazione per Sia. Le trattative sono ancora in una fase iniziale e i vertici delle due aziende puntano a incontrarsi di nuovo nel prossimo futuro. Al lavoro ci sono gli advisor Mediobanca, Bofa Merrill Lynch e Jp Morgan. Come riferisce Carlo Festa sul Sole24ORE, secondo qualche osservatore vicino alla vicenda, se il merger andrà a buon fine, una scadenza possibile è entro l’estate. Quindi tra maggio e giugno gli azionisti di Sia e quelli di Nexi – tra cui i private equity Bain Capital, Advent e Clessidra– dovranno trovare un'intesa. Sia, controllata all'83,11% indirettamente dal gruppo Cdp, annovera la stessa Nexi e Unicredit tra i maggiori clienti. Nel mese di febbraio, il suo consiglio di amministrazione ha approvato un piano di quotazione. L'azienda sta ancora considerando la strada dell'ipo ma non ha ancora deciso quale percorso perseguire. In ogni caso la quotazione potrebbe essere ripresa in mano in autunno. Nexi invece si è quotata l'anno scorso raccogliendo 2,3 miliardi di dollari nella più grande ipo d'Europa del 2019. I pagamenti sono uno dei settori più attivi nelle m&a a livello globale. Gli operatori cercano di irrobustirsi per tenere il passo con i cambiamenti tecnologici e competere meglio con i rivali statunitensi. Per esempio la francese Worldline a febbraio ha concordato di acquisire Ingenico Group per 7,8 miliardi di euro. Un nodo da sciogliere per l'operazione con Nexi è la valutazione di Sia, che non è quotata, e il cui valore potrebbe essere influenzato anche dall'incertezza su un contratto chiave con Unicredit stipulato nel 2016 ma i cui termini potrebbero essere rinegoziati a partire dal prossimo anno. C’è poi da definire la governance futura: la Cassa vorrà essere il regista del futuro maxi-polo dei pagamenti nazionali. A questo proposito viene vista positivamente la cessione dei giorni scorsi di una quota dell'8,8% di Nexi che i fondi hanno messo sul mercato con un processo di accelerated bookbuilding. Questa mossa in post-fusione darebbe maggiore peso al braccio del Tesoro.