Settembre è il mese mondiale dedicato all'Alzheimer. Come scrive Rai News, proprio pochi giorni fa è stato approvato, negli Stati Uniti, un nuovo farmaco che sembra avere efficacia contro la progressione della malattia. Si chiama Aducanumab ed è il primo trattamento che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia. Senza limitarsi ad "aggredire" i sintomi della demenza, pare essere in grado di rallentare il declino cognitivo. In realtà sono diverse le realtà che si stanno impegnando a studiare la malattia e trovare una cura. Tra loro c'è Elixiron Immunotherapeutics, società farmaceutica che a fine agosto ha raccolto 27 milioni di dollari in finanziamenti di serie A. Pangu Capital e Taiwania Capital sono stati co-lead del round. A loro si sono aggiunti: Daiwa Securities Group, Mega International Commercial Bank, Fubon Financial Holdings, Hong Tai Electric Industrial e Cdib. La biotech quasi un anno fa ha anche raccolto una sovvenzione da un milione di dollari da parte dell'Alzheimer's Association. L'azienda, fondata nel 2017, ha già testato il suo ritrovato principale, ribattezzato Ei-1071, in uno studio di fase 1 su volontari sani per verificarne la sicurezza e la tollerabilità. Con il nuovo finanziamento, ora mira a testare l'inibitore nei pazienti con Alzheimer. In Italia tra le aziende che studiano la malattia c'è Corticale, spin off dell’Istituto Italiano di Tecnologie. L'azienda ha messo a punto una tecnologia chiamata Sinaps che permette di “ascoltare” il cervello e di studiarne il funzionamento con grande accuratezza. Il flusso di dati cerebrali catturato da questi dispositivi ad altissima risoluzione può essere acquisito e analizzato e offrirà nuove opportunità per lo sviluppo di dispositivi medici bio-elettronici per la diagnosi e la terapia di malattie come epilessia, Alzheimer e Parkinson. La startup ha aperto la sua sede a Genova e ha iniziato l'attività grazie a un finanziamento di due milioni di euro dell'imprenditore italiano Giuseppe Santella. Le malattie neurodegenerative sono terreno di studio anche per l'imprenditore Elon Musk e la sua Neuralink, startup fondata per collegare il cervello umano a un computer. Con lui l'elettronica diventa medicina. Il dispositivo di Neuralink comunica con le cellule cerebrali tramite 1,024 elettrodi sottili che penetrano nello strato esterno del cervello e poi utilizza la tecnologia Bluetooth per connettersi a un dispositivo informatico esterno. Alla fine, spera Musk, la tecnologia di Neuralink verrà utilizzata per trattare molti tipi di condizioni mediche, dall'Alzheimer alla paralisi. L'Alzheimer è la più comune causa di demenza, di cui rappresenta circa il 60-70% dei casi. Colpisce oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, di cui 1,2 milioni in Italia.