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12 Dicembre 2019

Saudi Aramco debutta sulla piazza di Riad

La quota è stata collocata per la maggior parte presso investitori locali istituzionali

Mercoledì 11 dicembre è stato il giorno di esordio in Borsa per Saudi Aramco. La compagnia petrolifera si è quotata sul Tadawul, il listino dell'Arabia Saudita. Il titolo ha subito toccato i 35,2 riyal (9,38 dollari) - sopra il prezzo di ipo di 32 - portando la valutazione dell'azienda da 1,7 mila a 1,88 mila miliardi di dollari, valore che rende Saudi Aramco la società con maggiore capitalizzazione al mondo. Il gruppo petrolifero ha anche bruciato un altro record: la sua ipo da 25,6 miliardi di dollari è stata la più grande offerta pubblica al mondo, battendo il primato precedente in mano a Alibaba. Oltre l'ottanta per cento delle azioni collocate però è finito nelle mani di investitori sauditi, in buona parte legati al governo. Le istituzioni locali hanno investito quasi 2,3 miliardi di dollari nell'ipo, un'operazione che aveva lo scopo di trovare nuove fonti di finanziamento per il piano di diversificazione economica del regno, Vision 2030. Il progetto di quotazione è stato avviato nel 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman. All'epoca l'ambizione era collocare il 5% del capitale con due quotazioni, una sul listino locale e l'altra su una grande piazza finanziaria internazionale, per una valutazione di 2mila miliardi di dollari. Il piano poi è stato ridimensionato, anche a causa degli investitori internazionali che si sono opposti a quelle aspettative di valutazione. Come conseguenza il regno si è concentrato sulla raccolta di fondi a livello nazionale. Sul Tadawul mercoledì è stato collocato l'1,5% della compagnia, che dovrebbe salire al 1,7% visto che sarà esercitata almeno in parte l'opzione di greenshoe. Se questa invece sarà colta integralmente la raccolta arriverà a 29,4 miliardi di dollari. La tranche riservata agli investitori istituzionali (circa 2 miliardi di azioni pari al 1% del capitale) è stata sottoscritta oltre sei volte ma ad acquistare sono state per il 13,2% istituzioni governative saudite, tra cui l'ente statale per le pensioni che ha speso 2,3 miliardi di dollari. Il 37,5% è andato a società private esaudite e il 26,3% a fondi di investimento locali, o autorizzati a operare nel Paese. Agli investitori istituzionali non sauditi è stato assegnato il 23,1% dell'offerta per circa 3,9 miliardi di dollari. Infine le azioni destinate al pubblico retail (lo 0,5 % del capitale) erano disponibili solo per i cittadini del regno. La domanda in questo caso è stata pari a 4,6 volte l'offerta e hanno comprato 5,1 milioni di residenti su una popolazione totale di 20 milioni. Per quanto riguarda le mosse future, secondo indiscrezioni, la doppia quotazione è ancora nei piani di Saudi Aramco, magari in Asia per attirare quei capitali stranieri che non è riuscita a raccogliere in questa fase.

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