Sono ricominciati i rumors su una ripresa delle trattative in vista di una possibile fusione tra Nexi, specializzata in servizi per i pagamenti digitali, e Sia, controllata da Cdp Equity. Come scrive Carlo Festa sul Sole24ORE però sono ancora molti i nodi da sciogliere. Per esempio le sinergie ottenibili da una unione; il valore di Sia, che non è quotata (al contrario di Nexi) e la governance futura. Cdp è determinata a volere essere il regista del maxi-polo dei pagamenti nazionali che potrebbe vedere la luce e quindi punta a diventare l'azionista di riferimento. Secondo il Corriere della Sera i contatti tra Cassa Depositi e Prestiti e i fondi di private equity Bain Capital, Advent e Clessidra comunque non si sono mai interrotti e al momento fonti vicine al dossier dicono che non ci sarebbe niente di nuovo rispetto a luglio, quando sul mercato si parlava di uno stallo per divergenze sul concambio. L’operazione Nexi-Sia potrebbe sfociare in due direzioni. O in un'aggregazione per dar vita a un polo italiano nel sistema dei pagamenti, come vorrebbe anche il governo, in cui Cdp avrebbe un ruolo rilevante, dato che ora controlla l’83% di Sia. Oppure in un cammino stand alone per questa che la porterà a Piazza Affari. Equita ha fatto alcune ipotesi sulla distribuzione dei pesi nel nuovo azionariato. Cdp trasformerebbe il suo 83% in una quota de1 29% nella newco da mettere in campo per la fusione. I fondi di private equity passerebbero dall'attuale oltre 43% al 22% di Nexi. Intesa Sanpaolo andrebbe al 7% (dal 10,5%) .