Circolano voci sulle possibili dimissioni di Fulvio Conti da presidente di Tim-Telecom Italia, come scrive Sara Bennewitz su La Repubblica. Questa mossa potrebbe fare tornare il sereno in casa dell'ex monopolista della telefonia. Da tempo gli azionisti Vivendi e il fondo Elliott sono ai ferri corti. Il gruppo francese pur essendo il primo socio con il l 23,9% esprime solo un terzo del cda, gli americani invece gestiscono la compagnia con un 9,8% del capitale. La media company francese non ha mai visto di buon occhio l'attuale presidente, espressione di Elliott, e nei mesi scorsi ha anche tentato di sostituirlo salvo poi ritrattare in assemblea. La mossa potrebbe agevolare la distensione dei rapporti tra i soci che è indispensabile per l’approvazione di importanti operazioni come la fusione con Openfiber (per dar vita a un gestore unico delle reti in fibra) ma non solo. L’ipotesi di dimissioni di Conti apre a diversi scenari anche perché manca ancora un sostituto. Da una parte si fa avanti l'ipotesi di una presidenza targata Cdp. Cassa Depositi e Prestiti è diventata secondo azionista del gruppo con il 9,9% del capitale ma non ha ancora studiato il relativo dossier. Dall'altra sembra probabile che i poteri del presidente saranno affidati ad interim all’ad Luigi Gubitosi. La riforma della governance potrebbe aprire la possibilità a nuove operazioni sul capitale. Il fondo Elliott, oggi terzo azionista del gruppo, spinge per una conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. L'operazione era già stata approvata dal cda nel 2015 ma alla fine venne bocciata in assemblea dal socio Vivendi. I francesi dichiararono di non essere contrari alla conversione in generale, ma ai termini che erano stati proposti per realizzarla. Anche Gubitosi più volte si è detto favorevole alla conversione.