Nuovo capitolo nella faida legale tra Rcs e Blackstone. L'editore italiano ha presentato le sue controdeduzioni alla giurisdizione della Corte Suprema di New York sulla richiesta di danni presentata dal fondo Usa. La richiesta principale dei legali del gruppo editoriale al giudice statunitense, in base a quanto ricostruito dall'agenzia di stampa Radiocor, è di rigettare le richieste di risarcimento del fondo o, in alternativa, di lasciare sospeso il procedimento in attesa che arrivi l'esito del ricorso contro il lodo arbitrale (già presentato da Rcs alla Corte d'Appello di Milano). Il nodo è soprattutto quello della competenza territoriale, che per il gruppo di Urbano Cairo spetta all'Italia.
Il caso ruota attorno la mancata rivendita di un immobile milanese in Via Solferino, storica sede del Corriere della Sera. Al suo arrivo in Rcs, Cairo decise di fare causa a Blackstone, che nel 2013, dal suo punto di vista, avrebbe approfittato dello stato di debolezza dell'editore per acquistare il palazzo per soli 120 milioni. Gli avvocati di Rcs nelle loro controdeduzioni scrivono al giudice che la disputa non dovrebbe proseguire nel tribunale di New York, visto che si tratta di una proprietà italiana ed è relativa a un arbitrato attualmente in fase di appello in Italia. Inoltre secondo i legali il fondo americano sarebbe rimasto deluso dall'esito dell'arbitrato in Italia e così - scrivono - “perseguono questa causa di disturbo in cui cercano danni farseschi basati su richieste superficiali”.
Rcs fa notare come le leggi europee che regolano le controversie internazionali richiedano che la controversia sia arbitrata in Italia e soggetta alla legge italiana. Da qui la convinzione che questo caso dovrebbe essere sospeso fino a quando l'appello di Rcs nell'arbitrato italiano non decida definitivamente la controversia.