Private equity
3 Ottobre 2016

Quale futuro per Esselunga?

Il fondatore stava pensando a una cessione del gruppo ai fondi internazionali

Per sapere cosa ne sarà di Esselunga, si deve attendere l’apertura del testamento di Bernardo Caprotti, morto alla vigilia del suo 91esimo compleanno. Il patron sperava di chiudere la partita personalmente e infatti si era deciso a sondare la possibilità di cedere la sua catena dei supermercati ai grandi fondi di private equity che si erano fatti avanti, Bc Partners, Blackstone e Cvc. L’idea era di non vendere a un concorrente diretto e, infatti, aveva già rifiutato le offerte di Carrefour, Tesco e Walmart ma ora le decisioni potrebbero essere prese dai figli di primo letto con cui era in lite anche giudiziaria. Proprio qualche mese fa, dopo che la Corte d’appello aveva dato ragione al fondatore di Esselunga, Violetta e Giuseppe avevano fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza e questi ultimi potrebbero prendere in considerazione anche la possibilità di cedere il gruppo a compratori industriali. Intanto, negli ultimi giorni, proprio per via del peggioramento delle sue condizioni di salute, Caprotti aveva passato il dossier ai suoi avvocati di fiducia ovvero Vincenzo Mariconda, presidente di Esselunga e Giuseppe Lombardi. Ora è tutto fermo in attesa di capire cosa c’è nel testamento che verrà letto nei prossimi giorni.

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