Studi e approfondimenti
14 Luglio 2020

PwC Global Consumer Insight Pulse Survey 2020

Rischio di una Europa a due velocità con il Covid-19

PwC nei mesi di maggio e giugno ha svolto lo studio Gcis Pulse Survey 2020. Obiettivo: indagare gli impatti economici indotti dall’emergenza coronavirus, sia come conseguenza delle misure restrittive sia dei cambiamenti nei comportamenti d’acquisto. L'indagine, che ha coinvolto 4,500 persone distribuite in 35 città in nove Paesi, ha fatto emergere che la pandemia ha cambiato molti aspetti nella vita dei consumatori a partire dalle loro abitudini di acquisto. Prima dell'epidemia, la fiducia dei consumatori era alta, con quasi la metà (46%) degli intervistati globali che si aspettava di spendere di più nei prossimi 12 mesi. Poi, contattati dopo l'inizio dell'epidemia, il 40% di loro ha riportato una riduzione del reddito e la percentuale di coloro che hanno dichiarato che avrebbero speso meno nei prossimi mesi è quasi raddoppiata. Il numero di coloro che hanno dichiarato di voler spendere di più invece è diminuito di oltre il 10%. A livello europeo sembra che la pandemia faccia emergere il rischio di un'Europa a due velocità. Da una parte ci sono Spagna e Italia dove si registra una contrazione delle entrate per circa il 60% dei consumatori (57% in Italia e 61% in Spagna) e dove il 42% degli italiani e fino al 56% degli spagnoli intervistati prevede di ridurre significativamente le proprie spese nei prossimi mesi per via della principale preoccupazione delle prospettive lavorative. In Europa del Nord invece l'impatto è minore: i redditi delle famiglie sono stati meno colpiti (solo il 34% in Germania dichiara di aver subito una diminuzione del proprio reddito, seguito da 38% in Olanda e 48% in Francia) e i consumatori che ritengono di ridurre le proprie spese nei prossimi mesi sono limitati (25% in Germania, 30% in Olanda e 30% in Francia). Il Covid-19 ha avuto un impatto non solo sul portafoglio dei consumatori ma anche sulla domanda di beni e servizi. In tutta Europa è aumentata la spesa in generi alimentari oltre che di prodotti per la cura della casa e della persona mentre è diminuita quella in abbigliamento, tra le categorie più penalizzate. Il 58% del campione italiano ha ridotto le spese per vestiti e calzature, ma è probabile che quando si sentirà di nuovo al sicuro gli acquisti riprenderanno e ci potrebbe essere un effetto di revenge spending. Sulla ristorazione invece i comportamenti sono disomogenei: in Italia, Francia e Germania i consumatori pur di non rinunciare ai propri piatti preferiti hanno aumentato la spesa in pickup e delivery e la ristorazione è balzata fra le top 3 categorie di spesa in aumento. Per gli intervistati di Spagna, Cina e UK, invece questa spesa è risultata fra le top 3 più penalizzate. Per quanto riguarda l'acquisto di beni l’online è stato il canale scelto durante la pandemia da quasi un terzo dei consumatori molti dei quali continueranno ad utilizzarlo anche nel “New normal” (85% in Italia, 88% in Spagna e 90% in Francia). Per il canale fisico in Italia, le misure di limitazione degli spostamenti, hanno comportato la rivincita dei negozi di vicinato con le piccole botteghe e i negozi di quartiere diventati i punti vendita prediletti dal consumatore e rivalutati dal 29% degli intervistati. Sempre per quanto riguarda il nostro Paese, altri effetti del lockdown sono stati l'esplosione dell’uso di app di messaggistica, tv e social media e una maggiore attenzione a salute e benessere.

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