Invest Europe, l’associazione europea del private equity e venture capital, ha pubblicato i dati sull'attività di mercato durante la prima metà del 2020, che si è dimostrata resiliente nonostante la crisi generata dal Covid-19. Gli operatori di private equity hanno confermato i loro sforzi nel cercare nuove opportunità di investimento, senza però far mancare il supporto finanziario alle società già presenti in portafoglio. Nel primo semestre sono stati raccolti nuovi fondi per 49,2 miliardi di euro, valore in linea con la prima metà del 2019 (51,3 miliardi) e che indirizza il mercato verso un altro anno di raccolta consistente. Gli investimenti, in termini di ammontare, sono diminuiti del 17% rispetto al primo semestre del 2019, attestandosi a quota 36,2 miliardi di euro e distribuendosi su 3.401 società europee, numero di poco inferiore rispetto a quanto visto negli ultimi tre anni. Da sottolineare che il 60% dell’ammontare ha riguardato investimenti di follow-on, il che dimostra come gli operatori abbiano sostenuto le aziende in portafoglio durante questi mesi di difficoltà. Guardando alla tipologia di investimento, il venture capital ha confermato il proprio trend di crescita grazie ad un totale investito di 5,6 miliardi di euro (+6%), distribuiti su 2.212 società (-13%). Il comparto dei buy out, in termini di ammontare investito, ha evidenziato una diminuzione del 15%, totalizzando 24,6 miliardi di euro; in termini di numero, sono state437 le società oggetto di investimenti di maggioranza, in calo del 32% rispetto alle 640 dei primi sei mesi del 2019. Gli investimenti di expansion sono stati pari a 5,3 miliardi di euro (-34%) e hanno interessato 794 società (-21%). Con riferimento ai settori di attività delle imprese oggetto di investimento, è da segnalare come oltre il 50% dell’ammontare totale sia stato indirizzato verso i settori dell’ICT e del medicale e biotecnologico, sottolineando come il private equity sia al passo con i tempi. I disinvestimenti, calcolati al costo di acquisto delle partecipazioni, sono scesi a 7,9 miliardi di euro durante i primi sei mesi dell’anno (-49% rispetto ai primi sei mesi del 2019). I disinvestimenti segnano un rallentamento anche nel numero di società disinvestite, in calo del 37%, il che evidenzia come gli operatori trattengano le società in portafoglio per aiutarle durante questo periodo. La vendita ad un soggetto industriale e quella ad un altro operatore di private equity rimangono, come per i precedenti tre anni, i canali di exit preferiti dal mercato, totalizzando oltre il 60% dell’ammontare disinvestito.