La Commissione europea ha presentato l’8 marzo un’iniziativa legislativa che mira a promuovere la finanza partecipativa attraverso il crowdfunding. Il progetto prevede che le piattaforme possano ottenere dalle autorità europee un passaporto per raccogliere risorse (fino a un milione di euro su un periodo di 12 mesi) nei vari Paesi dell’Unione. Nel contesto europeo l’ordinamento italiano vanta un ruolo di precursore, essendo intervenuto a più riprese in materia e cercando anche di favorire l’utilizzo dell’equity crowdfunding da parte degli operatori di venture capital, ad esempio, ampliando il target di investimento a qualsiasi PMI costituita in forma di società a responsabilità limitata e consentendo ai venture capitalist di sottoscrivere, tramite portali on line, direttamente quote del veicolo che investe in piccole e medie imprese.