AIFI ha presentato, in collaborazione con Deloitte, i dati di mercato del private debt nel primo semestre dell’anno che ha visto una raccolta sul mercato pari a 273 milioni di euro, in crescita del 94% rispetto ai 141 del primo semestre 2018; dall’inizio dell’attività (2013) a oggi, il fundraising complessivo ammonta a 2,3 miliardi di euro. Guardando alle fonti, nel primo semestre dell’anno, si vede una provenienza tutta domestica. Nella tipologia della fonte, il 48% del capitale è arrivato dalle banche, il 28% da fondi di fondi istituzionali e il 15% da fondi pensione e casse di previdenza. Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 200 milioni di euro, -55% rispetto al primo semestre del 2018. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 74 (+21%) distribuite su 63 target (+21%). Il 59% dell’ammontare è stato investito da soggetti domestici che hanno realizzato il 71% del numero di operazioni. Il 54% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il 45% finanziamento e l’1% ha riguardato strumenti ibridi. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 5 anni e 4 mesi mentre sulle dimensioni delle sottoscrizioni, il 90% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 5,5%. A livello geografico, la prima Regione per numero di operazioni resta la Lombardia, 32%, seguita dalla Toscana con l’11% e dall’Emilia Romagna con il 10%. Con riferimento alle attività delle aziende target, al primo posto con il 34% degli investimenti, troviamo i beni e servizi industriali, seguono, a pari merito, energia e ambiente e manifatturiero-altro, con il 10%. A livello dimensionale, il 57% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 50 milioni di fatturato. A partire dal primo semestre 2018 sono state monitorate le operazioni di exit. Complessivamente, dal 2015 a oggi, sono stati realizzati 276 rimborsi per un ammontare pari a 454 milioni di euro. Nel primo semestre 2019, sono state 80 le exit per un ammontare pari a 86 milioni di euro. Sempre nel primo semestre 2019, il 42% dell’ammontare ha riguardato rimborsi anticipati volontari su richiesta della società, il 35% è stato legato al piano di ammortamento, il 12% riguarda il rimborso a scadenza e l’11% il rimborso anticipato concordato. Con riferimento all’investimento originario, l’89% dei rimborsi ha riguardato lo strumento dell’obbligazione.