AIFI ha presentato, in collaborazione con Deloitte, i dati di mercato del private debt per l’anno 2020. Nel 2020 sono stati raccolti sul mercato 293 milioni di euro, in diminuzione del 24% rispetto ai 385 del 2019. Guardando alle fonti, nel corso dell’anno, si vede una provenienza in netta maggioranza domestica, pari al 90% del totale. Nella tipologia della fonte, il 64% del capitale è arrivato da assicurazioni, il 24% da fondi di fondi istituzionali e il 10% da banche. “La pandemia ha rallentato l’attività di raccolta dei nuovi veicoli di private debt”, afferma Innocenzo Cipolletta presidente AIFI, “Questo allungherà i tempi di chiusura dei nuovi fondi. Il dato positivo della crescita nelle sottoscrizioni dimostra invece come il capitale di debito sia uno strumento che può avere un ruolo di supporto e rilancio dell’economia reale, soprattutto per tutte quelle aziende che, nonostante le difficoltà del 2020, hanno puntato su investimenti e crescita. Per questo motivo occorre incentivare il fundraising di questi veicoli che andranno sempre più a implementare la fondamentale attività di credito degli istituti bancari”. Lo scorso anno sono stati investiti 1.197 milioni di euro, in diminuzione del 9% rispetto al 2019 (1.322 milioni). Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 410 (+62%, erano 253 nel 2019) distribuite su 320 target (+52%). Il 50% dell’ammontare è stato investito da soggetti internazionali, che hanno realizzato il 10% del numero di operazioni (escludendo l’attività delle piattaforme di lending). Sempre escludendo tali piattaforme, il 91% delle operazioni è stata caratterizzata da un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro, la durata media è di 5 anni e 4 mesi, mentre il tasso d’interesse medio è stato pari al 3,8%.
Considerando le società oggetto di investimento, nel 2020 va segnalata la presenza di 2 operazioni di ammontare superiore ai 100 milioni di euro (erano 3 nel 2019). Complessivamente, il 70% delle operazioni sono state sottoscrizioni di finanziamenti, il 28% obbligazioni e il 2% hanno riguardato strumenti ibridi. A livello geografico, la prima Regione per numero di operazioni resta la Lombardia, 22%, seguita dal Veneto con il 14% e dal Lazio con il 9%.
A livello di dimensione delle aziende target, il 49% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 50 milioni di fatturato.
Nel corso del 2020, sono state 130 le società che hanno effettuato rimborsi (+25% rispetto alle 104 del 2019) per un ammontare pari a 400 milioni di euro (324 milioni l’anno precedente, +23%). Sempre nel 2020, il 41% dell’ammontare ha riguardato rimborsi anticipati a seguito di un rifinanziamento, mentre a livello di numero hanno prevalso i rimborsi come da piano di ammortamento (79% del totale).