Consob e Guardia di finanza hanno fatto visita agli uffici
di Mediobanca per verificare e raccogliere documenti che raccontino la storia
della contro Opa di Bonomi insieme a Mediobanca, UnipolSai, Pirelli e Diego
della Valle, come scrive Giovanni Pons su Repubblica. In particolare, sono al vaglio alcune dichiarazioni di Alberto
Nagel in cui dichiarò “non siamo promotori, non siamo un gruppo editoriale.
Valutiamo quello che c’è man mano sul tavolo di concreto”. Poi però l’annuncio
della contro Opa in cui Mediobanca ha un ruolo attivo e non di ricevente delle
offerte altrui, ha cambiato le carte in tavola. Mediobanca è advisor dell’operazione
e vi partecipa in prima persona con il 6,2% di azioni Rcs, contribuirà poi all’acquisto
di azioni Rcs che arriveranno con l’Opa oltre a essere disponibile a
sottoscrivere pro quota un nuovo aumento di capitale da 150 milioni a favore di
Rcs. Mediobanca però minimizza le ispezioni dichiarando che sono attività di
routine in operazioni così complesse. Intanto, Consob e Guardia di finanza
stanno approfondendo anche la tempistica della contro Opa rispetto alla
costituzione di alcune scatole societarie lussemburghesi da parte di
Investindustrial, una prassi per operazioni di private equity in cui vengono
raccolti capitali stranieri anche se così facendo le tasse su operazioni che
riguardano aziende italiane, non vengono pagate nel nostro Paese. Nel frattempo
i promotori della contro Opa proseguono nell’iter: ora devono fornire alcune
integrazioni al prospetto che dovrebbe venire approvato tra intorno al 15 giugno.