Secondo i dati Pem - private equity monitor della Liuc Business School, nel bimestre aprile-maggio, sono stati registrati 46 nuovi investimenti. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM ne aveva mappati 26.
Nel corso di questo bimestre, le operazioni di buy out sono la maggioranza sul mercato con una percentuale pari al 66%, mentre le operazioni in capitale per lo sviluppo si attestano al 15%, in crescita. Otto sono le operazioni (17%) nel comparto delle infrastrutture, che da quest’anno l’Osservatorio PEM mappa come categoria distinta, proprio a fronte della rilevanza assunta negli ultimi anni da questo specifico segmento di mercato. Dall’inizio dell’anno, si contano già oltre una ventina di deals di questa tipologia. Interessante anche la presenza di una ulteriore operazione di turnaround.
Dal punto di vista geografico, in questo bimestre, il settore risulta decisamente polarizzato (circa il 70%) nel Nord del nostro Paese: a conferma di ciò, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto rappresentano da sole oltre il 60% del mercato.
Dal punto di vista dei settori, invece, si distinguono il consueto comparto dei prodotti per l’industria (26%), il settore riconducibile all’ICT (22%) e l’industria del cleantech (17%), ormai sugli scudi dalla fine dello scorso anno, mentre perdono di attrattività i beni di consumo ed i servizi professionali differenti rispetto a quelli finanziari.
Si conferma, l’interesse degli investitori internazionali alle imprese del nostro Paese: il 43% delle operazioni concluse sono a loro riconducibili. Ritorna, comunque, il “predominio” degli operatori domestici.
A margine, si segnala che l’Osservatorio PEM ha avviato nel 2021, in parallelo, anche la mappatura delle operazioni concluse all’estero da operatori di private equity italiani, nonché delle acquisizioni di target estere realizzate da imprese italiane, con la “regia” di un operatore di risk capital.