Startup
4 Giugno 2019

Partnership industriale strategica in Cina per Italy Innovazioni

Il prodotto di punta Hide al centro dei nuovi accordi

Italy Innovazioni ha annunciato di avere incontrato i rappresentanti delle aziende cinesi Third Reality e Jiangsu Huitong Group per avviare una joint-venture. In particolare, Third Reality vorrebbe sfruttare per i mercati statunitense e cinese la proprietà intellettuale di Hide, il prodotto di punta della azienda nata nel 2015 a Roma. Hide è una presa elettrica “smart” e a scomparsa che ha venduto più di un milione di pezzi in Europa e la cui versione americana è stata presentata al Ces - Consumer Electronics Show 2019 di Las Vegas insieme a un innovativo sistema che integra nella presa l’intelligenza artificiale di Google Home e Amazon Alexa. L’incontro tra Third Reality e Hide è avvenuto in seguito a una presentazione svolta dal team Alexa Voice Service di Amazon, che ha individuato nella presa italiana uno spunto per l'estensione della gamma prodotti di Third Reality in ambito smart home e voice control. Third Reality è un system integrator sino-americano che progetta e produce soluzioni nell’automazione domotica ad attivazione vocale di luci e interruttori e lavora anche per Alexa Voice Service e Google Assistant; Jiangsu Huitong Group è il gruppo industriale che ne è il principale investitore ed è partner produttivo, tra gli altri, di Philips, Amazon, Sharp, Toshiba. Le due società, Italy Innovazioni e Third Reality, lavoreranno per formare una joint-venture partecipata da entrambe con lo scopo di mettere a fattore comune la proprietà intellettuali e le rispettive competenze tecniche e commerciali per il lancio commerciale in Cina e Stati Uniti di Hide, anche nelle versioni contenenti la tecnologia Alexa sviluppata da Third Reality. Italy Innovazioni ha in portafoglio 34 brevetti a livello mondiale. il 31 gennaio la società ha fatto il suo debutto sul mercato Euronext. La maggioranza del capitale sociale prima della quotazione era in mano ai fondatori: Giorgio Rende (25,2%), Pietro Malanca (25,2%), Giuseppe Paldino (25,2%) e Francesco Bruno (8,4%), mentre il restante 16% era in mano a investitori privati che avevano investito nella società circa 1,6 milioni.

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