Cambio di strategia per Tim e Vodafone su Inwit, il gruppo dove le due società hanno deciso di fare confluire le rispettive torri di telefonia mobile in Italia. Se da una parte le trattative con Ardian sono andate in standby a causa del coronavirus, dall'altra le telco hanno deciso di collocare sul mercato l'8% di Inwit con un accelerated book-building a 9,6 euro, riscuotendo una cifra nell'ordine di 800 milioni, 400 a testa. Lo scrive Antonella Olivieri sul Sole24ORE. L'operazione è stata chiusa in poche ore ed è stata seguita da Bofa, Banca Imi, Goldman Sachs e Ubs. Dopo la cessione, Tim e Vodafone sono passate dal 75% al 67% di Inwit. Una quota destinata a rimanere invariata per un periodo di lock-up di 90 giorni, salvo autorizzazione delle banche collocatrici. Con quanto incassato Telecom sosterrà il pagamento dei dividendi, senza gravare sul debito. Complessivamente usciranno dalle casse dell'azienda 300 milioni che andranno agli azionisti. 152 milioni per i dividendi delle azioni ordinarie che mancavano dal 2013 (un cent ad azione) e quasi 166 milioni per le azioni di risparmio. Tim e Vodafone hanno conferito le proprie torri in Inwit a luglio dichiarando l'intenzione di vendere successivamente una partecipazione cumulata del 25%. Ardian era a capo di una cordata di private equity con Predica che trattava per quella quota. L'operazione prima ha dovuto attendere il responso dell'Antitrust Ue sulla fattibilità della fusione tra le torri di Tim e Vodafone, arrivata a marzo, poi ha subito il contraccolpo del coronavirus. Secondo Carlo Festa, sempre sul Sole24ORE, le trattative con la cordata Ardian-Predica sono fallite a causa della volatilità del mercato e quest’ultima alla fine si è ritirata. In futuro Tim e Vodafone potrebbero cedere altri pacchetti azionari.