Private equity
21 Settembre 2020

Open Fiber, Macquarie mette sul piatto 2,65 miliardi

La proposta sarà esaminata da Enel in un mese

Bruxelles segue da vicino gli sviluppi dell’operazione rete unica in Italia e l’agenzia di stampa Bloomberg nei giorni scorsi ha parlato anche di una possibile opposizione dell’Antitrust Ue al piano. Voci poi smentite dal ministro Gualtieri. Certo è che l’esame della commissione guidata da Margrethe Vestager rappresenta un passaggio decisivo per il futuro del progetto che ora interessa anche al fondo Macquarie. La società australiana ha messo nero su bianco un'offerta vincolante a Enel per il 50% di Open Fiber. L'importo della proposta è stato reso pubblico dal gruppo elettrico, scrive il Sole24ORE, e prevede 2,65 miliardi per il valore dell'equity della partecipazione a cui va aggiunto il debito. Sono quindi circa cinque miliardi, per una valutazione di 7,3 miliardi. La nota di Enel chiarisce poi che sono previsti anche meccanismi di compensazione ("earn out") e pertanto l'offerta sarebbe complessa e articolata. Gli aggiustamenti del prezzo sono legati al verificarsi di determinate condizioni. Una di queste, molto probabilmente, è l'effettiva fusione tra le reti di Tim e quella di Open Fiber. Il documento è arrivato a Enel mercoledì. L'ad Francesco Starace ha informato il consiglio e ora questo verrà approfondito dal management nelle prossime settimane. L’esame preliminare dovrebbe durare circa un mese ma Enel può prendere tutto il tempo che le serve perché la proposta vincolante non ha un termine di scadenza. Sebbene l'offerta sia per la metà di Open Fiber, è difficile che Enel venda tutta la sua quota a Macquarie perché, come è noto, Cdp (l'altro azionista della società di rete in fibra ottica) vorrebbe arrivare al momento della fusione con Fibercop in una posizione di maggioranza di Open Fiber così da poter gestire il processo di integrazione tra le due reti. Il braccio del tesoro ha anche un diritto di prelazione sull’intera quota di Enel e il governo guarda alla trattativa con attenzione. Per le stesse ragioni, ad agosto si era pronunciato anche sull’operazione gemella, quella di Tim che ha ceduto una quota di minoranza della sua rete di accesso a Kkr. Tornando al rapporto Open Fiber-Cdp, la soluzione, scrive il Correire della Sera, potrebbe passare per la revisione della prelazione in modo da consentire a Cdp di comprare ciò di cui ha bisogno, lasciando il resto a Macquarie.

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