I Piani di Risparmio Individuale sono oggetto di alcuni emendamenti inseriti all’interno della Legge di Bilancio 2019. Due norme nel provvedimento impongono che questi fondi investano un 3,5% nelle pmi quotate all’Aim e un altro 3,5% nei fondi di venture capital. La novità è che nell'ultimo consiglio dei ministri è stata stralciata la norma sull'introduzione graduale di un vincolo fino ad arrivare a investire il 7% nel 2021. È invece stata aggiunta una modifica del Fondo di garanzia Pmi che prevede la creazione di una sezione specifica dedicata alle garanze a copertura di una quota delle prime perdite su portafogli di finanziamenti con un importo massimo garantito di cinque milioni di durata ultracedennale, erogati dalle banche a favore delle medie imprese. Questa sezione avrà una dote di 150 milioni e prossimamente un decreto interministeriale fisserà nel dettaglio le tipologie di operazioni ammissibili e i criteri di accesso a tale garanzia. Questa misura dovrebbe andare a favorire investimenti fissi in comparti come il credito fondiario e edilizio, il credito agrario di miglioramento e quello alle opere pubbliche. Inoltre si è aggiunta la proposta di ampliare il raggio d'azione del Fondo a canali alternativi di finanziamento, come obbligazioni e raccolta di capitali online. In particolare, una sezione del Fondo di garanzia sarà riservata ai minibond con le aziende che potranno emettere obbligazioni comprese tra i 2,5 e i 7,5 milioni di euro. Infine il Fondo dovrebbe andare a coprire anche le piattaforme di social lending (prestiti tra privati su internet) e crowdfunding, forme di finanziamento utili soprattutto a micro, piccole e medie imprese. Per accedere alla garanzia del Fondo i proprietari di queste piattaforme si dovranno sottoporre a una valutazione del suo consiglio di gestione ma le condizioni di accesso e le modalità, di nuovo, saranno stabilite da un decreto interministeriale.