Nestlé - che in Italia possiede marchi come San Pellegrino, Perugina e Buitoni e Purina - ha illustrato i suoi piani del prossimo triennio nel nostro Paese. Il colosso svizzero dell’alimentare per il periodo preso in considerazione prevede di investire 150 milioni (50 milioni all’anno) a fronte di ricavi complessivi pari a circa due miliardi. Nestlé Italia nell’ultimo triennio ha già investito 200 milioni di euro per l'ammodernamento dei suoi dieci stabilimenti sparsi in tutto il Paese e le nuove risorse andranno nel miglioramento tecnologico, in innovazione e digitalizzazione. Inoltre verranno lanciati nuovi prodotti più salutari - con un’attenzione alla riduzione di grassi, sali e zuccheri - e alimenti vegetali sostitutivi della carne. La multinazionale a livello globale è impegnata sul fronte della riduzione della plastica: entro il 2025 vuole rendere gli imballaggi 100% riciclabili o riutilizzabili e ha stanziato 1,5 miliardi di franchi svizzeri per sviluppare packaging completamente riciclabili adatti a prodotti alimentari. Nestlé nei giorni scorsi ha anche annunciato l'avvio di un fondo di venture capital da 250 milioni di franchi svizzeri (circa 230 milioni di euro) per finanziare startup che innovano nel packaging. Due delle realtà sostenute saranno italiane: un progetto è già stato approvato, l'altro è in via di approvazione. Entrambi riguardano la nascita di una filiera organizzata a livello nazionale per il riciclo dei materiali usati. Nestlé ha anche presentato una ricerca condotta in collaborazione con Althesys per evidenziare l’impatto socioeconomico che l'azienda alimentare ha sul nostro Paese. Da questa emerge che Nestlé con le sue attività contribuisce allo 0,2% del Pil e allo 0,36% del gettito fiscale. In particolare il valore condiviso creato in Italia nel 2018 ammonta a 3,6 miliardi di euro, suddivisi tra ricadute dirette (797 milioni di euro), indirette (1,771) e indotte (1,081). Il bilancio 2019 verrà reso noto il 15 di febbraio.