Syndial, il braccio ambientale di Eni, cambia nome in Eni Rewind ed è pronto a puntare su nuovi business e nuovi mercati. Nata nel 2003 con la ridenominazione dell’allora Enichem, la società gestisce la bonifica di tutti gli impianti e gli stabilimenti di Eni in Italia e dall'anno scorso anche all'estero per mettere a disposizione delle consociate estere di Eni le proprie competenze e tecnologie. Le sue attività vanno dall’upstream alla raffinazione, dalla chimica alla logistica e alle stazioni di servizio fino alla gestione dello smaltimento e del recupero dei rifiuti industriali. Attualmente Syndial gestisce costi ambientali per il gruppo per oltre 800 milioni di euro l’anno, ha 200 cantieri attivi e dà lavoro diretto a oltre mille persone. Il nuovo nome della società, Rewind, è l'acronimo che sta per Remediation & waste into development, vale a dire bonifiche, gestione rifiuti e acque come opportunità di sviluppo. La società vanta solide expertise, tecnologie all’avanguardia e capacità di dialogo con i territori, tutti punti di forza che Eni vuole mettere ora ulteriormente a valore sia in Italia che all’estero anche con clienti terzi. La tecnologia proprietaria Eni waste to fuel è attualmente in sperimentazione presso un impianto pilota avviato nel dicembre 2018 a Gela e a marzo è stato firmato un protocollo d’intesa con Cdp per promuovere lo sviluppo e la gestione di questo tipo di impianti su scala industriale. Eni punta a costruire almeno altre tre strutture di questo tipo nei prossimi quattro anni.