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10 Aprile 2020

Moby, una proposta per dissequestrare i conti correnti

L'attenzione si sposta sulle navi Tirrenia su cui però c'è anche la garanzia dai creditori

La compagnia di navigazione italiana Moby si trova a gestire due fronti caldi: da una parte deve salvarsi dal default nei confronti dei bondholder e dall’altra è impegnata con l'amministrazione straordinaria e a rispondere alle richieste dei commissari di Tirrenia. Proprio questi ultimi, in sintonia con il Governo, nei giorni scorsi hanno sequestrato i conti di Cin, società della famiglia Onorato passata a Moby in fase di privatizzazione di Tirrenia. Come riferisce Carlo Festa sul Sole24ORE, la famiglia Onorato avrebbe sollevato però un problema: impossibile rifornirsi di carburante con i conti bloccati. Così dopo una videoconferenza tra i commissari di Tirrenia, i vertici di Tirrenia Cin-Moby, i ministri De Micheli e Patuanelli, si sarebbe arrivati alla soluzione di passare dal sequestro dei conti correnti (dove ci sono 55 milioni circa) a un sequestro conservativo sulla flotta di navi così anche da far ripartire tutte le tratte passeggeri e merci previste dalla Convenzione sulla continuità territoriale. Tuttavia sulle navi c’è una garanzia di primo grado di banche e bondholder, scrive il quotidiano ricostruendo la vicenda dal 2011, quando Moby comprò la flotta Tirrenia. Il gruppo intanto ha annunciato alla Borsa di Lussemburgo che ci sono trattative in corso con un operatore terzo per cedere il ramo d'azienda dedicato ai mezzi ausiliari portuali, nell’ambito dell’approvazione del piano di ristrutturazione del gruppo. La mossa è utile per recuperare liquidità. In caso di potenziale accordo, la società utilizzerà i proventi del disinvestimento per rimborsare i creditori esistenti. Tra i possibili acquirenti c’è l’imprenditore Davide Calderan, attivo nel settore a Venezia. La divisione varrebbe attorno ai 40-50 milioni, ma sulla cessione c'è il rischio revocatorie.

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