I giudici del Tribunale di Bologna bocciano per la seconda volta Carlyle e il suo progetto di salvataggio di Officine Maccaferri, dopo che il fondo americano ha rilevato all'asta la società. Il tribunale ha espresso un giudizio negativo sul nuovo progetto del gruppo di investimenti che partecipa alla cordata Ad Hoc Group (con Stellex e Glg) poiché ci sono troppi aspetti negativi. Come ricostruisce MF – Milano Finanza il prestito da 40 milioni (già rimodulato questa estate in seguito alle prime osservazioni dei giudici) non può essere accettato a causa di una serie di costi occulti, per la presenza di contratti collaterali con rimandi al diritto inglese e infine una serie di garanzie sulle altre società del gruppo che non possono essere concesse e che andrebbero a discapito dei diritti degli altri creditori del gruppo. Il private equity ha incassato due bocciature nel giro di pochi mesi e il piano di concordato per il rilancio sembra sempre più in bilico. Con lo stop alla finanza d'urgenza da 40 milioni è a rischio la continuità aziendale della sub-holding che mette insieme 70 aziende, 2800 dipendenti e genera ricavi per circa 500 milioni, più o meno la metà del fatturato della galassia Seci. Ora andrà chiarito che cosa ne sarà del piano che la cordata aveva predisposto per il gruppo. Il progetto, approvato anche dal cda di Officine, teneva conto proprio del prestito ponte da 40 milioni. Il 28 dicembre è previsto un incontro tra sindacati e azienda.