Quasi quattro mesi dopo aver sospeso le sue esibizioni dal vivo a causa della pandemia di coronavirus, Cirque du Soleil Entertainment Group ha presentato istanza di fallimento. Il marchio circense più famoso al mondo, con sede a Montreal ma fortemente dipendente dal mercato di Las Vegas, ha deciso di richiedere l’amministrazione straordinaria per ristrutturare il suo debito e infine riavviare l'attività il prossimo autunno, se tutto andrà secondo i piani. Come parte della ristrutturazione, che deve essere esaminata dalla Corte superiore del Quebec, la società licenzierà 3,480 dipendenti. L’accordo prevede inoltre un investimento da parte dei suoi tre stakeholder Tpg Capital (maggiore azionista), Fosun International e il gestore dei fondi pensione canadesi Caisse de dépôt et placement di 300 milioni di dollari. La liquidità servirà per riprendere le operazioni. In cambio della sostanziale cancellazione del debito, i creditori riceveranno il 45% della proprietà della nuova società. Il Cirque aveva almeno 43 spettacoli in scena poi la pandemia ha chiuso teatri e tendoni in tutto il mondo lasciando senza lavoro 4,679 dipendenti - circa il 95% della sua forza lavoro. Già prima però la società non era particolarmente ben posizionata a causa del forte indebitamento. La crisi ha colpito l'azienda subito dopo una serie di acquisizioni, che l'hanno aiutata a diversificare i suoi spettacoli acrobatici, ma hanno accresciuto il debito. Prima di dichiarare bancarotta il marchio ha chiesto aiuto anche al governo del Quebec e a maggio il braccio di investimenti e prestiti, Investissement Quebec, aveva annunciato un prestito al Cirque per 200 milioni. La compagnia dopo la ristrutturazione vuole ripartire come una società più snella con circa mille dipendenti. Circa 700 saranno occupati a Las Vegas, dove la compagnia ha guadagnato circa il 40% del suo miliardo di entrate l'anno scorso e dove spera di portare uno spettacolo già a novembre.