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16 Ottobre 2019

L'open banking in Europa secondo PwC

In cosa può migliorare il vecchio continente per andare verso un futuro senza contanti

L'ultimo report di PwC indaga il settore dei pagamenti in Europa. Lo studio ha coinvolto 2,500 consumatori di dieci paesi europei, a cui sono state chieste abitudini e preferenze in ambito pagamenti, e 58 esperti del settore in 12 Paesi. I pagamenti a livello globale si stanno muovendo verso un futuro senza contanti ma un panorama particolarmente frammentato ostacola l'Europa in questo percorso nonostante sia già all'avanguardia negli standard di pagamento e nel garantire la privacy dei clienti. Questi ostacoli strutturali minano la possibilità di cogliere tutte le opportunità dell'open banking, limitano le potenziali entrate per le banche e l'innovazione del settore. La società di consulenza offre quindi tre raccomandazioni chiave: innovare su scala europea mettendo al centro i clienti e non l'infrastruttura, investendo di più in praticità e user experience; offrire agli utenti un maggiore controllo sui metodi di pagamento, istruendoli sulla condivisione dei dati e sui suoi vantaggi (la base dell'open banking); in ultimo razionalizzare l'infrastruttura di pagamento europea, semplificando e aggiornando la struttura portante. Fino ad oggi gli istituti si sono focalizzati, correttamente nota PwC, sulla razionalizzazione delle infrastrutture necessarie, ora è il momento di dare maggior potere al cliente. Solo questo approccio potrà favorire la transizione dal contante. La società ha anche analizzato nel suo report la relazione tra gli italiani e l'open banking. Nonostante la tendenza a utilizzare soprattutto il contante (che è lo strumento di pagamento principale per il 52% dei consumatori connazionali), l’Italia è un Paese all'avanguardia nei pagamenti digitali via mobile:  Il 24% dei consumatori già utilizza il proprio smartphone per le sue transazioni, contro una media del 13%. La “passione” degli italiani per il contante risiede in molteplici fattori. Il 37% dei rispondenti dichiara che spesso è il solo mezzo accettato. Il 22% lo utilizza per comodità e velocità, il 21% ha preoccupazioni legate alla sicurezza mentre il 16% ritiene di poter tracciare meglio le proprie spese. Sicurezza e controllo sono quindi i principali aspetti su cui andrebbero educati i consumatori italiani. Dall’analisi di PwC si rileva inoltre una netta disparità tra quanto dichiarato dai consumatori e il percepito degli operatori del settore: in Europa mediamente il 20% dei consumatori dichiara di essere disponibile a condividere i dati con terze parti mentre l’aspettativa da parte degli addetti ai lavori è del 93%. Le banche tradizionali e le società che emettono carte di pagamento sono gli enti preferiti con i quali i consumatori italiani condividerebbero i loro dati (18%) seguiti da provider di pagamenti (es. PayPal) con il 12%. Solo il 5% dei rispondenti condividerebbe i propri dati con fintech e l’8% con i giganti del web (Google, Amazon, Facebook, Apple). Il passaggio chiave per le istituzioni finanziarie europee sarà lo sviluppo di un modello sostenibile di open banking, ottimizzando i servizi per i clienti. Un panorama unificato senza infrastrutture parallele consentirebbe alle banche un ulteriore risparmio di costi e uniformità nei servizi offerti con benefici per consumatori ed imprese. Oggi invece ci sono più di 15 sistemi di pagamenti domestici nei vari paesi europei, oltre a un grande numero di mobile payment provider locali.

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