L'ultimo report di PwC indaga il settore dei pagamenti in Europa. Lo studio ha coinvolto 2,500 consumatori di dieci paesi europei, a cui sono state chieste abitudini e preferenze in ambito pagamenti, e 58 esperti del settore in 12 Paesi. I pagamenti a livello globale si stanno muovendo verso un futuro senza contanti ma un panorama particolarmente frammentato ostacola l'Europa in questo percorso nonostante sia già all'avanguardia negli standard di pagamento e nel garantire la privacy dei clienti. Questi ostacoli strutturali minano la possibilità di cogliere tutte le opportunità dell'open banking, limitano le potenziali entrate per le banche e l'innovazione del settore. La società di consulenza offre quindi tre raccomandazioni chiave: innovare su scala europea mettendo al centro i clienti e non l'infrastruttura, investendo di più in praticità e user experience; offrire agli utenti un maggiore controllo sui metodi di pagamento, istruendoli sulla condivisione dei dati e sui suoi vantaggi (la base dell'open banking); in ultimo razionalizzare l'infrastruttura di pagamento europea, semplificando e aggiornando la struttura portante. Fino ad oggi gli istituti si sono focalizzati, correttamente nota PwC, sulla razionalizzazione delle infrastrutture necessarie, ora è il momento di dare maggior potere al cliente. Solo questo approccio potrà favorire la transizione dal contante. La società ha anche analizzato nel suo report la relazione tra gli italiani e l'open banking. Nonostante la tendenza a utilizzare soprattutto il contante (che è lo strumento di pagamento principale per il 52% dei consumatori connazionali), l’Italia è un Paese all'avanguardia nei pagamenti digitali via mobile: Il 24% dei consumatori già utilizza il proprio smartphone per le sue transazioni, contro una media del 13%. La “passione” degli italiani per il contante risiede in molteplici fattori. Il 37% dei rispondenti dichiara che spesso è il solo mezzo accettato. Il 22% lo utilizza per comodità e velocità, il 21% ha preoccupazioni legate alla sicurezza mentre il 16% ritiene di poter tracciare meglio le proprie spese. Sicurezza e controllo sono quindi i principali aspetti su cui andrebbero educati i consumatori italiani. Dall’analisi di PwC si rileva inoltre una netta disparità tra quanto dichiarato dai consumatori e il percepito degli operatori del settore: in Europa mediamente il 20% dei consumatori dichiara di essere disponibile a condividere i dati con terze parti mentre l’aspettativa da parte degli addetti ai lavori è del 93%. Le banche tradizionali e le società che emettono carte di pagamento sono gli enti preferiti con i quali i consumatori italiani condividerebbero i loro dati (18%) seguiti da provider di pagamenti (es. PayPal) con il 12%. Solo il 5% dei rispondenti condividerebbe i propri dati con fintech e l’8% con i giganti del web (Google, Amazon, Facebook, Apple). Il passaggio chiave per le istituzioni finanziarie europee sarà lo sviluppo di un modello sostenibile di open banking, ottimizzando i servizi per i clienti. Un panorama unificato senza infrastrutture parallele consentirebbe alle banche un ulteriore risparmio di costi e uniformità nei servizi offerti con benefici per consumatori ed imprese. Oggi invece ci sono più di 15 sistemi di pagamenti domestici nei vari paesi europei, oltre a un grande numero di mobile payment provider locali.