Private equity
28 Febbraio 2020

L'offerta di Kkr sul tavolo del cda di Tim

Intanto il governo incoraggia il confronto per un'unica infrastruttura nazionale

La manifestazione d'interesse di Kkr dovrebbe essere arrivata sul tavolo del cda Tim. Al consiglio di giovedì 27 febbraio infatti era prevista un'informativa sull'offerta non vincolante che il private equity avrebbe fatto per una partecipazione di minoranza della rete secondaria del gruppo. Si tratta della parte finale dell'infrastruttura, quasi tutta in rame, che collega le case con l'armadietto sul marciapiede. Kkr valuterebbe il business circa 7,5 miliardi di euro e sarebbe pronto a rilevare il 42%-43% della ipotetica società in cui questa andrebbe a confluire. Il Sole24ORE fa una ricostruzione della sostenibilità finanziaria dell'operazione: la nuova società per la rete secondaria avrebbe un ebitda stimato intorno al miliardo. Gli utili prodotti poi sarebbero trattenuti per finanziare il passaggio dal rame alla fibra e così questa alla fine sarebbe valutata dal mercato a multipli più elevati: dalle 7,5 volte l'ebitda della valutazione iniziale del fondo a 16 volte. In questo modo Kkr Credit si assicurerebbe un rendimento medio annuo del 9%. Al fondo verrebbero assicurati i diritti economici sulla quota opzionata e in teoria per stringere l'accordo non si dovrebbe neppure aspettare che venga scorporata la rete, aggiunge sempre il quotidiano economico. Stando poi a MF - Milano Finanza, l'offerta di Kkr conterrebbe anche un impegno a supportare Tim con un'offerta congiunta per rilevare il controllo di Open Fiber. Non era prevista nessuna delibera del consiglio ma l'ad di Tim, Luigi Gubitosi, potrebbe approfondire la manifestazione di interesse. In ogni caso qualsiasi operazione andrà notificata ai sensi del golden power. Proprio alla vigilia del cda, il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, ha ricordato i poteri speciali del governo in materia e ha incoraggiato il confronto per un'infrastruttura integrata sulla banda ultralarga. Il messaggio nello specifico era un invito a Telecom ed Enel a sedersi per trovare una soluzione nella direzione della rete unica. É stata la prima volta che il governo - azionista sia di Cdp sia di Enel, cioè i proprietari di Open Fiber - si è espresso in modo così chiaro sul tema. L'incoraggiamento del governo è arrivato dopo un'intervista alla Stampa di Salvatore Rossi, presidente di Tim, in cui auspicava in tempi rapidi un accordo per un'integrazione della rete fissa del colosso tlc e di Open Fiber, sotto la vigilanza Agcom.

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