Startup
29 Novembre 2019

L'invenzione made in Italy che sazia gli Stati Uniti

Un dispositivo medico ideato in Puglia è stato recentemente autorizzato dalla Fda

Testa in Salento e ambizioni oltre oceano. Gelesis ha ricevuto l'autorizzazione della Food and Drug Administration degli Stati Uniti a commercializzare Plenity: un nuovo dispositivo medico per la gestione del peso che arriverà sugli scaffali delle farmacie americane dal prossimo anno. Plenity è un idrogel, una sorta di gelatina, che può essere somministrato ad adulti obesi e in sovrappeso dietro prescrizione medica che, una volta ingerito, cattura acqua dando un senso di sazietà. Gelesis, la biotech company che lo metterà in commercio, ha sede a Boston ma ha acquisito il brevetto di prodotto da un team di ricercatori italiani composto dal leccese Alessandro Sannino, direttore dei Bioslabs dell'Università del Salento (e che ha sperimentato in prima persona il suo idrogel), Luigi Nicolais e Luigi Ambrosio. Prima di approdare negli Usa, Plenity si chiamava Attiva ed era semplicemente un polimero super-assorbente in grado di assimilare i liquidi e creare piccole particelle di idrogel. Inizialmente il materiale era stato studiato per creare pannolini altamente assorbenti e biodegradabili e la ricerca agli esordi era finanziata da Sca - l'azienda di prodotti per l'igiene che ha tra i suoi marchi Nuvenia. Quel prodotto però non arrivò alla fase della produzione e i ricercatori ottennero la possibilità di sfruttare il brevetto in altri settori. A quel punto è arrivato il fondo di venture capital Puretech e insieme ai finanziatori Gelesis ha scelto di situare i suoi laboratori di ricerca e sviluppo a Calimera, in provincia di Lecce. Ed è lì che sta per partire la produzione del farmaco per il mercato americano. La speranza dei ricercatori è di portarlo in commercio anche in Italia ma questo potrà accadere non prima di due anni. Gelesis, fondata nel febbraio 2006, ha raccolto un totale di 128,8 milioni di dollari in nove round di investimento. L'ultima raccolta, da più di 10,5 milioni (pari a 9,4 milioni di euro), è stata chiusa nell'aprile 2019. I fondi provenivano dalla Regione Puglia e dalla Comunità Europea e serviranno per lo sviluppo di un nuovo impianto di produzione su scala commerciale nella regione. La Puglia aveva già sostenuto il centro di ricerca e sviluppo di Gelesis nel 2011 con un sussidio da un milione di dollari.

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